È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
CARITAS RAGUSA, UN ALTRO MODO PER L’ACCESSO AI SERVIZI SOCIALI
13 Dic 2011 16:49
Nei passati giorni l’Ufficio della Caritas diocesana ha ricevuto un invito da parte della 5^ Commissione consiliare Cultura, attività sociali del Comune di Ragusa per un confronto sulle collaborazioni in atto e sull’andamento delle politiche sociali. Visto che nell’incontro con la Commissione consigliare ci è sembrato di verificare grande disponibilità ed apertura nell’ascoltare le istanze della Caritas diocesana, pensiamo sia necessario fornire, anche al dibattito pubblico alcuni elementi di valutazione che devono rendere la nostra città, specialmente in un momento di notevoli difficoltà economiche, una casa comune più equa e solidale. Tra le varie istanze che la Caritas ha proposto al tavolo vi è stata anche la richiesta di una revisione del regolamento consiliare che ad oggi impedisce l’accesso ai servizi sociali a tutti i cittadini che non abbiano raggiunto due anni di residenza.
Giustamente, secondo l’Ufficio diocesano, questo rappresenta una ingiustizia perché taglia fuori dal welfare locale un’ampia fetta di popolazione, proprio quando ne avrebbe più bisogno, esattamente nei primi tempi dell’inserimento nella nuova realtà cittadina, affidandoli invece alle sole cure delle opere socio assistenziali caritatevoli. La Caritas dunque, vuole l’individuazione di un altro metodo, meno drastico e penalizzante, per far fronte al problema delle residenze fittizie acquisite per poter accedere ai servizi sociali anche da parte di persone che non abitano realmente sul territorio comunale. È importante che quel regolamento vada cambiato nella sua impostazione, come ricorda IUNAR (Ufficio Nazionale antidiscriminazioni Razziali) in una sua nota del 29 novembre 2011 dove si richiamano tutti quegli enti locali che hanno fissato senza giusta causa delle barriere per l’accesso ai servizi sociali per chi proviene da una nazione extracomunitaria.
Non è esattamente il caso del Comune di Ragusa che attua il regolamento per tutti (italiani e stranieri), ma all’origine del pronunciamento del IUNAR c’è il suggello della Corte Costituzionale che, nel giudizio di legittimità costituzionale di alcune leggi riguardanti l’erogazione di provvidenze economiche di natura assistenziale, asserisce: “vi è un nucleo irrinunciabile di diritti fondamentali, tra i quali sono compresi anche i diritti sociali, rispetto ai quali non è ammessa alcuna distinzione tra i consociati.” La Corte Costituzionale sancisce con profonde argomentazioni l’irragionevolezza e l’arbitrarietà del principio della residenza temporalmente protratta nei confronti dei cittadini stranieri e, di conseguenza, anche per quelli italiani: i requisiti che identificano il diritto sociale (invalidità, disoccupazione, famiglie con basso reddito) non possono essere ragionevolmente limitati dal limite temporale di residenza.
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