“CAMARINA SOTTO LE STELLE” : ROSINA AGOLINO PRESENTA IL SUO VOLUME AUTOBIOGRAFICO INTITOLATO “ROSINA, LA VITA MIA”

Al via “Camarina sotto le stelle”. Il primo appuntamento, si è tenuto ieri sera e ha avuto come ospite la signora Rosina Agolino, sciclitana e autrice di un volume di memorie, intitolato  “Rusina, la vita mia”. Il tema fondamentale che ci viene raccontato nel volume  è quello della condizione della donna nel secolo del dopoguerra. Il libro è connotato da un linguaggio semplice, che non dà alcuna importanza alla sintassi, alla grammatica, all’ortografia. Come aveva fatto precedentemente il chiaramontano Vincenzo Rabbito (autore di Terramatta), anche la signora Rosina nel libro non fa altro che raccontare la sua esperienza di vita, senza badare al modo in cui narrarlo. Si tratta di una vera e propria autobiografia,oggi edita grazie alla prof.ssa Spanò, che in certi momenti risulta veramente sconvolgente. Rusina racconta episodi della sua vita vissuta tra mille difficoltà e in povertà.  Uno dei ricordi che mi è rimasto più impresso è quello del suo primo giorno di scuola. La maestra non potè farla entrare in classe perchè scalza, oltre al vestitino tutto sgualcito e rattoppato. La sua vita è stata costellata da problemi sociali continui. Erano nove figli, poi diventarono sette, poichè due morirono a causa della fame. Lei era la più grande e quindi dovette immediatamente darsi da fare per aiutare la sua famiglia, e allora all’età di soli nove anni cominciò a fare la cosiddetta “criata” e cioè la cameriera nelle case dei vicini che vivevano in una condizione economica più agiata. Viveva in una casa grande 4m per 4m  con all’interno anche l’asinello. Facendo la cameriera guadagnava 5 lire al mese e “un tummino” di frumento con il quale potevano farci soltanto tre “cuddureddi” a settimana. Diventata grande Rosina si sposò. Il marito faceva il carrettiere presso il cavaliere Bonelli. Stava fuori 15 giorni e non dormiva mai, poteva appisolarsi mentre viaggiava con il carretto, anche grazie al mulo che fortunatamente piano piano imparava la strada. Rosina ebbe tre figlie femmine, quando partorì era da sola in casa, venne assistita da una vecchietta sua vicina. Il marito era in viaggio per lavoro, ma venne avvisato durante la notte e con una bicicletta tutta rattoppata partì per raggiungere sua moglie e la sua piccola bambina. Insomma una vita difficile, una vita a volte drammatica. Ma i protagonisti del libro, non sono però dei vinti, non sono i vinti di Verga, sono dei vincitori. Oggi Rosina si è realizzata, è mamma di tre figlie, è trisaura. Ha scritto un libro, è riuscita insieme al marito, dopo tanti sacrifici a comprare una casa e un piccolo terreno. La sua è una storia che fa sorridere il lettore, ma che allo stesso tempo lo commuove per quel senso di continua accettazione. Accettazione del dolore, della fame, della povertà.  Rosina, però,  riesce a riscattarsi socialmente durante gli anni ’50, quando le donne siciliane si iscrissero al partito comunista, presero parte alle prime rivolte e alle prime ribellioni. Ieri, ospite a sorpresa, la neo-regista, sciclitana, Alessia Scarso, che ha debuttato quest’inverno con il suo primo film: “Italo”. Alla domanda di fare un film che parli della biografia di Rosina e della storia del nostro territorio, ha dichiarato che ci stanno studiando. Finita la presentazione del volume, il pubblico è stato allietato dal gruppo “Energia e simpatia” che ha suonato e cantato alcuni brani, come: A vignigna, Sta campagnola, U soggiru, A pampina di l’uliva, Mamma lu ziu passa.

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