B…RAVI COMUNQUE!

Perché acquisire il diritto a disputare il prossimo campionato di serie B, oggi il Padua Rugby Ragusa avrebbe dovuto vincere con uno scarto di almeno 15 punti, segnando non meno di quattro mete ed evitando allo Jesi di fare altrettanto. Insomma, avrebbe dovuto compiere una vera e propria impresa.

I ragusani ci sono andati vicini, hanno fatto tremare i marchigiani, ma alla fine non sono riusciti a segnare quella quarta meta che avrebbe dato loro l’accesso al prossimo campionato cadetto.

Onore allo Jesi che ha capitalizzato al massimo la vittoria dell’andata; per gli iblei c’è solo la consolazione di aver giocato un ottimo play off, e di essere usciti soltanto all’ultima fermata.

Il Padua, sapendo che oggi avrebbe dovuto giocare una partita perfetta, ha subito interpretato l’incontro come doveva, attaccando a testa bassa fin dal primo minuto, con lo Jesi che comunque si difendeva con ordine, non dimenticando di attaccare quando i ragusani gliene davano l’opportunità. Così, nei primi venti minuti, in campo si è visto un sostanziale equilibrio, interrotto da qualche fiammata da una parte e dall’altra.

L’equilibrio si è finalmente spezzato al 21° quando, dopo una touche battuta dai ragusani sulla linea dei 22 marchigiani, Gabriele Calamaro è riuscito a bucare l’attenta difesa jesina e ha poggiato l’ovale al centro dei pali. Facile la successiva trasformazione di Peppe Iacono. 7 a 0, con i cinquecento spettatori, con folta rappresentanza ospite, che iniziano a sperare nell’impresa.

Anche perché adesso il Padua gioca bene, e in diverse occasioni mette in difficoltà gli ospiti. In questi minuti, in un paio di occasioni i biancazzurri sfiorano anche la seconda meta, che non arriva solo per errori di precipitazione.

Ma lo Jesi è una signora squadra e, passato il momento di scoramento per la meta subita, si fa sotto alla ricerca del pareggio, che arriva al 34°.

Touche sui 5 metri iblei, carrettino che entra nell’area di meta biancazzurra e a Cosimo Matera non resta che poggiare l’ovale a terra. Valentin Iacob completa la rimonta centrando i pali. 7 a 7 e percezione che per il Padua non sarà facile.

Il primo tempo, in pratica, si chiude qui.

Nell’intervallo Giuseppe Modica entra al posto di Fabio Baglieri, dolorante a una spalla, con Enoc Valenti che lascia la guida della mischia al neo entrato per tornare al suo naturale ruolo di ala.

Il secondo tempo però inizia male per la squadra di casa. Al 2° i biancoverdi commettono un avanti, l’arbitro, il signor Vincenzo De Martino di Napoli, ottima la sua prestazione, concede una mischia ai ragusani ma Valenti ha qualcosa da ridire e allora il fischietto napoletano manda per dieci minuti sulla sedia dei cattivi l’ala biancazzurra e trasforma la mischia per la squadra di casa in una punizione per gli ospiti.

Gli jesini, potendo contare sull’uomo in più, decidono di non piazzare e, dall’azione che ne segue, arriva la seconda meta marchigiana, segnata, dopo una lungo possesso, con l’ovale che percorre tutta la larghezza del campo, da Giacomo Ramazzotti. Iacob questa volta non centra i pali. 7 a 12.

Coach Vinti vede la propria squadra in difficoltà e decide allora di cambiare qualcosa. Tra il 5° e il 21° escono Giovanni Tumino, Damiano Ortolano, Eugenio Lo Presti e Lorenzo Castielo per lasciare il posto ad Antonio Modica, Giorgio Nobile, Stefano Tumino, Giovanni Licitra, quest’ultimo, classe ’95, all’esordio assoluto in prima squadra.

Nella sostanza, però, cambia poco, con lo Jesi che controlla la partita e il Padua che sembra in apnea.

La svolta arriva al 24°. Matteo Mancinelli commette una serie di falli professionali e il signor De Martino lo manda a riposarsi per 10 minuti.

Il Padua sente che è arrivato il momento di giocare il tutto per tutto e si lancia in attacco. Per diversi minuti il gioco staziona tra la linea dei 5 metri e quella di meta jesina, senza che nessun ragusano riesca però a violare la difesa ospite. Al 30°, finalmente, con una punizione battuta velocemente, capitan Iacono oltrepassa il muro biancoverde e schiaccia in meta al centro dei pali. La trasformazione è una formalità. 14 a 12.

Il vantaggio mette le ali ai piedi dei paduini. Mancano solo 10 minuti alla fine della partita e i ragusani devono segnare ancora altre due mete. Sanno che non è facile, ma ci voglio provare. La consegna è: giocare alla mano tutto quello che si può. In campo si vede una sola squadra.

La difesa jesina, pur messa a dura prova, tiene per diversi minuti. Nulla può, però, al 36°, quando Stefano Iacono prende di contropiede i centri biancoverdi e deposita per la terza volta l’ovale al centro dei pali. Peppe Iacono arrotonda il risultato. 21 a 12.

Adesso restano da giocare 4 minuti e c’è solo una meta a separare il Padua dalla serie B. Ai 15 in maglia bianca non resta che gettare il cuore oltre l’ostacolo. Gli attacchi dei ragusani si fanno veementi, lo Jesi trema, subisce, ma, purtroppo, non capitola. E quando l’arbitro fischia la fine delle ostilità, il grido liberatorio degli jesini fa capire quanto i giocatori ospiti abbiano temuto di vedersi sfuggire una vittoria che, nell’arco dei 160 minuti, hanno tutto sommato meritato.

Ai ragusani resta la delusione per una promozione mancata solo per un pelo e la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era nelle loro possibilità. La squadra è giovane, e ci sarà tempo per rifarsi.

Con questa partita la stagione paduina si chiude. Salvo novità estive (leggasi eventuali ripescaggi), appuntamento, come sempre, a fine agosto per l’inizio della preparazione in vista del prossimo campionato di serie C.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it