“Avevano detto di stare attento e io non uscivo”. Le parole profetiche di Sciortino nel 1999

Mentre la città di Vittoria si interroga su quanto è avvenuto ieri sera, con l’uccisione, tramite colpi da arma di fuoco, del pentito Orazio Sciortino, sembrano essere profetiche, con una chiave di lettura diversa rispetto al passato, le parole dello stesso Sciortino riportare nel 1999 da un articolo di Repubblica. Per Vittoria si aprì allora, e si è aperta oggi, una brutta pagina. Oggi forse lo è ancor di più se questo omicidio, come sembra, sarà collegato alla mafia. Il Comune sciolto per mafia, che si appresta adesso a risalire la china con le nuove elezioni amministrative di ottobre, rischia di piombare negli anni bui che a fatica si è cercato di dimenticare.

Ecco il testo dell’articolo di Repubblica del 1999.
PALERMO – Dietro la strage del bar ci sarebbero i contrasti tra le cosche di Vittoria e quelle gelesi. Clan tradizionalmente alleati che adesso sarebbero entrati in contrasto e si preparerebbero ad una guerra di mafia. E’ la “lettura” della sparatoria che viene fatta dal pentito Orazio Sciortino, ex picciotto del clan Carbonaro-Dominante di Vittoria. Il collaboratore di giustizia parla al telefono dal letto dell’ ospedale di una località del Nord Italia: “I miei parenti mi avevano avvertito: c’ erano state scintille con i gelesi, mi avevano detto di stare attento, ed io non uscivo di casa. Tre dei morti li conoscevo bene: erano con me, dalla mia parte, nel clan Carbonaro-Dominante”.

Orazio Sciortino si è allontanato da Vittoria solo pochi giorni fa. Adesso, è ricoverato in ospedale per essersi iniettato in vena acido muriatico misto ad ammoniaca. Sciortino ha tentato il suicidio per protesta contro il servizio centrale di protezione che lo costringerebbe a condizioni di vita “poco dignitose”: “La notte di Capodanno – dice Sciortino – hanno lasciato digiuni me, mia moglie e i miei tre figli”.

Proprio perché ha lasciato solo da pochi giorni la Sicilia, Sciortino è considerato in possesso di notizie “di prima mano” sui nuovi equilibri della criminalità della costa sudorientale della Sicilia e, soprattutto, sui nuovi rapporti tra i clan vittoriesi e quelli di Gela e verrà interrogato quanto prima dai magistrati che conducono l’ inchiesta sull’eccidio. Sciortino è stato informato della strage dal padre, che vive a Vittoria.

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ricerca fotografica a cura di Franco Assenza

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