ATTENDERE SERENAMENTE LO SVILUPPO DELLE INDAGINI ED INFORMARE

Ciò che sta avvenendo in questi giorni è un tam tam di notizie e comunicazioni che hanno un comune denominatore: presunti casi di mala sanità nel territorio ibleo. In qualità di Presidente dell’Ordine dei Medici, mi sento in dovere di intervenire scrivendo poche righe agli organi di informazione per manifestare la mia riflessione in merito.

Ho tentato di spogliarmi della mia veste sia di medico che di Presidente dell’Ordine, compiendo una valutazione da comune cittadino. Ebbene il primo sentimento che mi è venuto in mente, leggendo quanto riportato dalla stampa sui quattro decessi registrati all’interno delle strutture ospedaliere del territorio, è un senso di crescente sfiducia nei confronti della classe medica.

Questo continuo e costante allarmismo sta ingenerando una disaffezione peraltro non supportata dalle risultanze. Condivido, rispetto e umanamente mi associo al dolore dei familiari delle vittime, tuttavia ritengo che prima di gridare allo scandalo e apostrofare quanto avvenuto come “conclamati” o presunti casi di malasanità, sarebbe auspicabile e opportuno, da parte di tutti, attendere gli esiti degli esami autoptici che sono stati disposti.

Soltanto successivamente si potranno esprimere valutazioni, riflessioni e comunicare notizie nel merito.  Oggi sarebbe opportuno, anche nel rispetto di quanto avvenuto, essere cauti. Tacciare la classe medica, in modo ovviamente indiretto, di non essere all’altezza del delicato compito a cui quotidianamente è chiamata, è fuorviante e alimenta inutili tensioni, rimandando a una medicina difensivistica piuttosto che interventistica.

E’ cosa nota che ha un gran richiamo mediatico la notizia di dieci, venti, trenta medici indagati; ma sappiamo bene che quando poi si conferma il proscioglimento di molti, l’attenzione riservata non ha la stessa portata.  Ed allora non sarebbe eticamente più corretto abbandonare la caccia all’untore, ed attendere il corso dell’azione della magistratura e soltanto dopo compiere le valutazioni del caso?

Senza voler entrare nel merito del delicato e sempre più difficile compito degli organi di informazione, invito gli stessi a non dipingere i medici della provincia di Ragusa come gente  inesperiente e senza scrupoli dinnanzi il dolore e il bisogno dei propri assistiti. Invito dunque tutti coloro che svolgono il difficile e delicato compito di comunicare all’opinione pubblica, di procedere con cautela e di rispettare, loro per primi, il dolore e la rabbia di chi ha accusato una perdita irrimediabile.

L’attesa della verità è ciò a cui tutti noi aneliamo per conoscere e sapere ciò che è avvenuto nelle strutture sanitarie dove si sono registrati i decessi di questa estate. Soltanto dopo si potranno trarre le conclusioni e. laddove dovessero palesarsi responsabilità, anche mettere in discussione la “fiducia” verso la classe medica.

Ma sino ad allora, qualunque notizia o commento appaiono soltanto uno sciacallaggio gratuito e fuorviante, mettendo in seria difficoltà il lavoro dei sanitari.

 

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