È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ADOZIONE DEL PIANO DI RIEQULIBRIO FINANZIARIO PLURIENNALE
04 Nov 2012 17:29
L’approvazione (con 17 voti favorevoli da parte della maggioranza e l’astensione dei 6 consiglieri dell’opposizione presenti…) della delibera consiliare del 31 ottobre, riguardante l’avvio della procedura del ripiano finanziario pluriennale previsto dal decreto legge n° 174 del 10/10/2012, oltre a non essere un arretramento come qualche detrattore vuol lasciare intendere, segna un ulteriore passo in avanti del percorso di risanamento finanziario che questa Amministrazione ha intrapreso sin dall’inizio della sua legislatura.
Le voci che si sono susseguite in questi ultimi giorni, sulle condizioni finanziare dell’Ente, sulle varie fasi di dissesto o pre-dissesto in cui versano le casse della città meritano senz’altro delle risposte precise ed esaudenti. Risposte che sicuramente saranno date con numeri e cifre precise e dettagliate in questi sessanta giorni che vedranno impegnati tutte le forze sociali e politiche nella formazione di un piano pluriennale di risanamento. Allo stato attuale però sembra sia opportuno chiarire la strada che ha percorso il nostro Ente in questi quattro anni di amministrazione Buscema e quali siano le politiche e le difficili decisioni adottate per scongiurare il dissesto finanziario.
Per fare ciò non si può che risalire al bilancio consuntivo del 2007, approvato da questa amministrazione appena insediatosi al governo di questa città, che presentava un disavanzo dell’ammontare di circa 21.800.000 euro, a fronte di un bilancio dell’anno precedente chiuso in totale pareggio.
È chiaro cioè che la prima e utile operazione di trasparenza amministrativa intrapresa aveva portato alla luce una spaventosa mole di debito che già allora appariva insormontabile e difficile da sanare. La stessa operazione di trasparenza, oltre che il continuo ricorso presso gli organi giudiziari da parte dei creditori e fornitori dell’ente, ha fatto emergere, nel susseguirsi degli anni, circa 18 milioni di debiti fuori bilancio già riconosciuti e in parte pagati, che si sommano a quelli pervenuti in quest’ultimo mese nei confronti del Comune di Scicli e dell’ATO Ambiente che ammontano a 13.700.000 euro; nei confronti della Multiservizi per circa 2,5 milioni di euro e dell’Enel per altri 2,1 milioni.
Com’è facile intuire e facendo due conti, oggi ci siamo ritrovati a dover far fronte ad un debito complessivo e approssimativo di 58 milioni di euro. Con queste cifre il comune di Modica già nel 2008 era nei fatti in pieno dissesto finanziario.
Quale è stata la strada che l’amministrazione nel 2008 ha voluto intraprendere? Non certo quella più facile in termini politici e amministrativi, ossia dichiarare sin da subito il dissesto, ma quella di procedere a piccoli passi verso un progressivo risanamento, chiedendo sì sacrifici alla città ma cercando nel contempo di evitare i disastri che ciò avrebbe determinato in modo prorompente sulla spalle dei lavoratori e di tutti i cittadini modicani.
Naturalmente nessuno immaginava in quegli anni che l’economia mondiale avrebbe dovuto affrontare in seguito una delle peggiori crisi economiche e finanziare mai esistite, riducendo notevolmente le capacità economiche delle famiglie e la conseguente difficoltà di far fronte e pagare i tributi. Come nessuno poteva immaginare i continui tagli dei trasferimenti statali e regionali che hanno dimezzato solo negli ultimi tre anni le entrate correnti al titolo II dei bilanci di tutti i Comuni italiani.
Pur tuttavia, la politica di risanamento intrapresa dal Comune di Modica, derivata dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale, dalla rideterminazione dei contratti con la Multiservizi, dalla progressiva diminuzione della spesa del personale, delle cooperative e delle spese superflue, ha avuto il merito di ridurre il disavanzo di amministrazione a meno di 9 milioni di euro, frutto di un attivo di 8,5 milioni di euro a seguito della rivisitazione dei residui attivi e passivi, e degli avanzi di competenza degli anni 2009/2010/2011/ per circa 4,5 milioni di euro.
Se a ciò aggiungiamo i circa 16,2 milioni di debiti fuori bilancio pagati con fondi propri, si nota subito che è stato già risanato più della metà del debito ereditato.
Qualcuno potrebbe ora dire che si poteva fare di più… E se costui ci indicasse anche con quali strumenti, purché non si parli dell’aumento dei tributi, saremmo disposti anche a fare “mea culpa”. Invece nessuno ci può rimproverare il fatto che il risanamento sia stato avviato e che ciò ha portato un processo virtuoso di discontinuità con le precedenti amministrazioni.
Oggi, il governo nazionale, consapevole delle difficoltà economiche cui versano tutti i Comuni italiani, e non solo quello di Modica, ha varato un decreto legge che offre la possibilità di programmare il risanamento finanziario degli enti locali, naturalmente mettendo dei paletti e pretendendo una rigorosa politica economica finanziaria, nei successivi 5 anni. Come maggioranza al governo di questa città – consci che ancora la strada del risanamento è lunga e difficoltosa – ci siamo assunti la responsabilità di sfruttare tale opportunità che sicuramente ci permette di gestire e avere margini di autonomia gestionale altrimenti impossibile, qualora avessimo ceduto alla tentazione di dichiarare il dissesto o per ovviare ai punti di criticità menzionati dalla Corte dei Conti in data 24 ottobre 2012.
Pensiamo che governare con responsabilità sia il dovere di ogni amministratore e consigliere comunale, a qualunque parte politica appartenga. Questa Amministrazione l’ha sempre fatto con rigore e serietà, non certo aumentando i costi della politica ma rimettendoci spesso di tasca propria; senza alcun privilegio di casta, ma con la parsimonia di chi vuole il bene della propria città. Anche evitando di ricercare l’applauso facile e di ottenere a tutti i costi un effimero consenso politico.
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