80° Liberazione, sen. Gianni Battaglia, Anpi: “Non basta ricordare un giorno, serve un anno intero di impegno”. Nostra intervista

Il 25 aprile 1945 segna la fine della Seconda guerra mondiale in Italia, la caduta del nazifascismo e la rinascita repubblicana. Ogni anno, istituzioni e cittadini sfilano in corteo per rinnovare la memoria di quel giorno e celebrarne i valori: libertà, democrazia e giustizia. Nell’80° anniversario, tuttavia, la ricorrenza assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con conflitti aperti nel mondo, tensioni politiche e il richiamo universale alla pace e al disarmo. Ne parliamo con il senatore Gianni Battaglia, presidente ANPI della provincia di Ragusa, che ha risposto in modo completo alle nostre domande sull’importanza del 25 aprile e sulle iniziative previste.

Quale il significato della celebrazione del 25 aprile

Domanda:
Domani ricorrono gli 80 anni dalla Liberazione. Al di là dei tradizionali cortei istituzionali, quale significato assume oggi questa ricorrenza?

Battaglia: «Il 25 aprile non può essere ridotto a una semplice data sul calendario: è piuttosto un faro che illumina tutto l’arco dell’anno. Proprio per questo l’ANPI ha deciso di trasformare la “ricorrenza” in una “stagione” di iniziative, non solo a livello nazionale ma anche qui in provincia di Ragusa.
Per noi, il 25 aprile non celebra solo la sconfitta del nazifascismo, la liberazione dell’Italia e la nascita della Repubblica: è l’occasione per ricordare un periodo nefasto che trascinò il nostro Paese in una guerra devastante. È soprattutto un monito a non ripetere gli errori del passato.
Oggi, con oltre cinquanta conflitti ancora in corso nel mondo, questo anniversario diventa un appello alla pace “a tutti i costi, sopra ogni cosa”: un valore irrinunciabile da rilanciare con forza. Celebriamo la Liberazione affinché si fermi ogni forma di oppressione e violenza.
Infine, il messaggio di Papa Francesco – di celebrare e promuovere ovunque momenti di pace e disarmo – ci fornisce un ulteriore impulso straordinario. La sua voce, che da sempre ha chiesto riconciliazione tra i popoli, ci ricorderà che la memoria serve davvero quando diventa speranza e azione civile».

Il calendario di Ragusa: dal corteo alle targhe, un anno di eventi

Domanda
Cosa prevede il programma di Ragusa per domani e quali saranno gli eventi nel corso del 2025?

Battaglia: «Domani mattina, come ogni anno, prenderà il via il corteo ufficiale promosso dalla Prefettura, con le autorità civili, militari e religiose. Ma in occasione dell’ottantesimo anniversario abbiamo voluto aggiungere un’appendice significativa: alle 11.30, davanti al Municipio, scopriremo una targa commemorativa frutto di una proposta congiunta tra ANPI e NEI. Questa lapide resterà affissa in modo permanente e richiamerà i cittadini al valore della Liberazione ogni volta che varcheranno la soglia del palazzo comunale.
Subito dopo ci sarà un momento accompagnato da un breve intervento delle associazioni partigiane, che illustreranno il senso profondo di un gesto nato per radicare la memoria nella vita quotidiana.
Ma il 25 aprile è solo il primo capitolo: in tutta la provincia organizzeremo una serie di eventi distribuiti nell’arco dell’anno. A Vittoria si terrà una riflessione sulla Resistenza e i diritti civili; a Modica abbiamo programmato insieme a tante associazioni un’intera giornata di dibattiti, mostre e musica, dal mattino a sera; già questa sera, a Ispica un incontro con i giovani.
Nell’arco dei prossimi dodici mesi, avremo poi presentazioni di libri, rassegne dedicate alla memoria e al racconto della guerra partigiana, e seminari. Il nostro motto è “seminando memoria, si raccoglie futuro”: vogliamo che la Liberazione non resti un momento chiuso in un giorno, ma diventi un patrimonio vivo che nutre le coscienze e orienta le scelte dei giovani.»

Unità civile contro le derive politiche: il 25 aprile appartiene a tutti

Domanda
In un contesto di crescenti spinte nazionaliste e derive di estrema destra, ci si deve “liberare” ancora? E cosa risponde alla richiesta del ministro Musumeci di celebrare in modo sobrio il 25 aprile, in segno di rispetto per il lutto per la morte di Papa Francesco?

Battaglia: «La Liberazione non è un fatto d’appartenenza politica, ma un patrimonio comune di civiltà: ha sancito la fine di un regime totalitario e il ritorno alla libertà, la ricostruzione democratica e la nascita della Repubblica. Questi sono valori che uniscono, non dividono.
Spiace constatare che, a ottant’anni di distanza, in Italia i “conti con la storia” non siano ancora saldati: ci sono forze che vorrebbero etichettare il 25 aprile come una “festa di parte”, quando invece dovrebbe essere una festività civile condivisa da tutto il Paese.
Quanto all’invito a una celebrazione “sobria” avanzato dal ministro Musumeci – anche in considerazione del lutto per Papa Francesco – trovo la polemica del tutto priva di fondamento. Tutte le manifestazioni istituzionali, e quelle promosse dall’ANPI, sono sempre state caratterizzate da compostezza e rispetto. Il 25 aprile non è mai stato un’occasione di scontri o di eccessi: è una celebrazione sobria per sua natura.
Se c’è bisogno di “sobrietà”, questa già si esprime nei cortei silenziosi, nelle parole misurate dei discorsi ufficiali e negli incontri di riflessione. Non serve alcuna raccomandazione particolare: basta non strumentalizzare la memoria.
In definitiva, il 25 aprile deve restare un momento di unità: non una contrapposizione tra destra e sinistra, ma un richiamo a quei valori di libertà, giustizia sociale e pace che fondano la nostra Costituzione. Solo così daremo alla Liberazione il giusto significato e il pieno valore civile che merita».

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