È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
VITA IN CARCERE: LE ATTIVITA’ TRATTAMENTALI
05 Gen 2013 21:08
Nelle varie carceri italiane, a seconda dell’istituto in cui si espia la propria pena, vengono offerte ai detenuti diverse attività trattamentali. Con questo articolo, cari lettori, vorrei farvi conoscere e comprendere meglio l’importanza di queste attività. Nel carcere di Ragusa in cui mi trovo, le attività scolastiche offerte dall’istituto sono: la scuola elementare, frequentata soprattutto da detenuti immigrati, la scuola media e fino allo scorso anno, la scuola alberghiera. Ad esse si aggiunge da qualche mese, proprio il progetto sul giornale, grazie al quale, possiamo scrivere anche di noi stessi. Per quanto mi riguarda, penso che queste offerte oltre a servirci come passatempo, ci torneranno utili quando avremo finito di scontare la pena. Ritengo che le attività trattamentali, come anche il lavoro e altri corsi che si tengono in istituto ( es: corso di computer, corso di restauro legno) siano molto importanti per il reinserimento del reo nella società. Attraverso alcune ricerche da me fatte e attraverso uno studio sui vari progetti carcerari a livello nazionale, sono venuto a conoscenza che in Italia, esistono strutture penitenziarie che il mondo ci invidia per come è improntato il trattamento intramurario. Penso a Gorgona, l’isola della Toscana, dove i detenuti lavorano all’aria aperta o ad altre carceri del nord, dove si investe molto. Basti pensare, che se in una struttura carceraria esistono delle valide attività in cui i detenuti sono impegnati, la possibilità di tornare a delinquere non supera il tre per cento. Ma sono numeri non estendibili a tutte le realtà. E mi chiedo, come mai? Credo che la risposta stia nel fatto che in alcune carceri si lavora bene e si investe tanto, affinché il reinserimento non diventi un’utopia ma una realtà concreta, perché credo che per ogni detenuto reinserito nella società, lo Stato può sentirsi vincitore.
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