VENERINA PADUA: “LA MAGGIORANZA ALLA PROVINCIA NON DECIDE”

26 Nov 2010 17:19

“Si prenda una strada. E soprattutto una decisione. E’ dallo scorso mese di agosto che a palazzo della Provincia è tutto bloccato. Addirittura tale fase di impasse si riflette nei lavori d’aula. La verifica della maggioranza è un tormento politico a cui non si può più assistere”. Parole durissime quelle del consigliere provinciale del Partito Democratico, Venera Padua, preoccupata per il protrarsi di una fase di stallo che si trascina ormai da mesi. “Mi chiedo – aggiunge Padua – come si possa amministrare un territorio, in cui la crisi, come tutti sappiamo, ha raggiunto picchi mai visti prima, con tutte queste fibrillazioni politiche. Alla gente non interessano le beghe di questo o quel partito. Alla gente interessa sentire accanto le istituzioni, pensare che, in questa fase difficile, possa esserci qualcuno in grado di dare una mano, di indicare una strada.

E chi mai dovrebbe assurgere a questo ruolo se non gli enti locali, a maggior ragione la Provincia che ha una valenza extracomunale e, quindi, potrebbe a buon diritto svolgere la funzione di guida? E invece continua, questa maggioranza di centrodestra, ad essere impelagata in sterili contrapposizioni su chi deve reggere le sorti di questo o quell’assessorato, su chi deve gestire questa o quella delega, su quanti sono chiamati a proporsi in questa o quella candidatura. Basta, non se ne può più. Ma nessuno si è accorto che l’economia locale sta andando a rotoli? Nessuno si è reso conto che ci vuole un’azione di responsabilità? Ora si attende l’ennesimo atto. La riunione di lunedì da parte dei rappresentanti dei partiti politici che sostengono questa maggioranza è la riprova che si potrebbe andare avanti all’infinito prima di chiudere definitivamente una vicenda che rischia di protrarsi alle calende greche. Non voglio mettere bocca, per carità, in casa altrui, sulle decisioni che attengono ad altri partiti. Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Uno sfacelo che non rende onore a questa terra e, soprattutto, a questa collettività”. (r.b.)