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UN SECOLO PER L’UNIVERSO DONNA
08 Mar 2010 19:16
Cento anni fa nasceva la Festa della donna, nata per supportare le battaglie civili delle donne che richiedevano di ottenere il diritto di voto e di poter lavorare senza essere discriminate.
Molto spesso celebrando questo movimento di emancipazione si parla della presa di coscienza delle condizioni discriminatorie dei diritti femminili rispetto agli uomini. In realtà quello che secondo me deve trasparire dall’8 marzo di cento anni fa è la consapevolezza dell’importante ruolo che le donne ricoprivano nella società. Riprendendo una famosa frase di Luciana Littizzetto, si capirà che c’è una vera parità tra i sessi quando una donna inadeguata ricoprirà un incarico di prestigio! E, se il mondo del lavoro è il campo privilegiato in cui analizzare il grado di integrazione della compagine femminile della popolazione, in che modo commentare il dato secondo il quale a causa della crisi economica si registrano in proporzione un numero molto maggiore di licenziamenti maschili? Un elemento è incontrovertibile, se una donna raggiunge una posizione lavorativa di rilievo è senza dubbio molto qualificata per svolgerla.
Riguardando il passato, la condizione femminile certo si è evoluta, ma di strada occorre farne ancora tanta. Per capire che nel mondo molto sia cambiato basta osservare per esempio l’accesso ad alcune autorevoli carriere come ad esempio la giustizia, la magistratura, la medicina, la burocrazia. In campo nazionale purtroppo le cose non sono straordinarie se si pensa ad esempio che l’Italia si trova ad uno degli ultimi posti in Europa per l’occupazione femminile con una percentuale di 42 punti rispetto alla forza lavoro disponibile. Altro dato significativo é quello della titolarità delle imprese femminili rispetto al totale che è dell’1,7 per cento. L’uguaglianza della retribuzione è poi ancora più sconfortante.
Riferendoci alla nostra provincia, non si può non notare una bella eccezione: molti incarichi di prestigio all’interno degli enti pubblici, delle associazioni di categoria e delle imprese più fiorenti sono ricoperti da donne intraprendenti, capaci e dinamiche.
Ma, probabilmente, celebrare come un successo il miglioramento delle condizioni non fa altro che rimarcare la mancanza di parità dei diritti. E, se lo scopo della Festa è dedicare un giorno alla valutazione delle conquiste raggiunte e dei problemi esistenti riguardo il ruolo e la condizione della donna nella società, mi domando che razza di Festa sia. Forse sarebbe il caso di fermarsi e di capire, trascorsi cento anni, il senso delle manifestazioni che, come in tutta Italia, sono state organizzate in provincia di Ragusa per celebrare la ricorrenza.
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