TERZA EDIZIONE DI RAGUSANI NEL FONDO PRESSO LA ROTONDA M. OCCHIPINTI

Condivisione e partecipazione dal basso: questi sono stati gli ingredienti che hanno decretato il successo della III Edizione del Premio  nel Fondo che si è svolta ieri presso la Rotonda Maria Occhipinti..

La manifestazione, oltre a mettere in luce come ogni anno le tante problematiche che affannano il nostro territorio, è stata la dimostrazione che il centro storico di Ragusa alta, se solo si volesse, potrebbe essere il cuore di tane iniziative artistiche e culturali.

Ieri oltre centocinquanta persone hanno rianimato con la loro presenza le strade di una parte della città ormai abbandonata e divenuta ghetto, lanciando con la propria partecipazione un messaggio forte: vogliamo migliorare questa città, vogliamo che sia vivibile per noi e per i nostri concittadini immigrati, non vogliamo essere costretti a scappare all’estero perché il nostro stesso territorio ci opprime.

Presentatola Nina Della Santa, “Ragusani nel fondo 2011” ha visto alternarsi sul palco i membri del comitato che hanno introdotto e presentato le varie categorie premiate.

La serata è cominciata con la presentazione del libro “I volti del primo marzo” – un lavoro realizzato da vari giornalisti locali che mette in luce le tante contraddizioni che gli immigrati vivono nel nostro territorio: «bisogna combattere la paura “dell’uomo nero” che il sistema vuole imporci – ha affermato Rosario Cauchi, uno degli autori del libro, e trasformare la diversità in una ricchezza invece che in qualcosa da combattere perché pericolosa».

Si è proseguiti con la proiezione del video-inchiesta sulla raccolta differenziata a Ragusa realizzato da Michele Mililli, Luisa La Terra e Marcella Giulia Pace: «abbiamo voluto realizzare questo video non solo perché la differenziata a Ragusa interessa oltre 30.000 persone ma anche per capire come migliorare un servizio che paghiamo (il comune ha aumentato la tarsu del 10 %) ma che non funziona – ha affermato Mililli -; abbiamo messo a confronto la differenziata a Ragusa con quella di un comune virtuoso come Ponte delle Alpi ed il risultato è stato sorprendente: mentre il primo vanta più dell’80 % di raccolta differenziata noi siamo fermi al 12 % e in più i cittadini aspettano ancora che gli vengano distribuiti i secchi e i sacchetti adeguati. La ditta Busso deve al comune di Ragusa circa due milioni di euro per non aver raggiunto gli obbiettivi del 35% di differenziata eppure stranamente il comune non reclama questi soldi con cui per esempio avrebbe potuto evitare di aumentare la tarsu».

In ordine i premiati di quest’anno sono stati:

-Un gruppo di lavoratori in lotta appena costituitosi e un ex dipendente del Copai che non ha percepito il dovuto stipendio a causa dell’ ingordigia di altri.

– I pendolari che viaggiavano utilizzando una via ferroviaria che oggi non c’è più e che rischia di scomparire del tutto.

– Un premio simbolico all’acqua, ritirato da Antonino Duchi di Legambiente, per ribadire l’importanza che l’acqua sia un bene comune e non privatizzato.

– Infine un premio ad un commerciante del centro storico a testimonianza della pesante crisi che stanno attraversando a causa dello spopolamento di questa parte della città.

Hanno suonato per Ragusani nel Fondo: “I Fratelli La Strada” padrini musicali della manifestazione; Kabir – artista marocchino che suona il liuto -; i “Dismissed” – gruppo locale di musica rock -.

Ad arricchire l’evento con la loro performance teatrale sono stati i ragazzi del “Teatro dell’Oppresso” il cui obiettivo è quello di fornire strumenti di cambiamento personale, sociale e politico a tutti coloro che si trovano in situazioni di oppressione.

«In origine il teatro dell’oppresso era un metodo per rendere coscienti le persone rispetto ai conflitti sociali – ha spiegato Monte, coordinatrice dell’Associazione, poi, nel suo passaggio in Europa, è divenuto uno strumento per lavorare sui conflitti personali. Uno dei motivi della sua popolarità oggi è stata l’idea di attivare lo spettatore ponendolo al centro del lavoro teatrale, al fine di includere differenti rappresentazioni della realtà ed esplorarne possibili trasformazioni in form creativa e socializzata».

 

 

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