TAGLI AI SERVIZI SOCIALI

In effetti non si puo’ rimanere indifferenti di fronte alla protesta di persone che non chiedono l’impossibile ma solo di vivere decentemente.

Ad oggi di fronte ad un problema cosi’ forte e di grande impatto sociale i dibattiti che si sono aperti sono stati improntati nel ricercare le cause: chissa’ se si fosse aumentata l’IMU oppure chissa’ se si fosse governata con piu’ parsimonia la nostra citta’.

Personalmente poco importa cio’, bisogna invece trovare possibili soluzioni. Pertanto e’ necessario che tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale , su delega forse anche degli stessi che oggi protestano, si prenda una posizione ben definita per cercare soluzioni concrete al fine di risolvere il problema di queste “PERSONE” che con tanto garbo e dignita’ stanno portando avanti una protesta giusta e sacrosanta.

Ho gia’ proposto di attingere, solo per il 2013, parte delle somme ricavate dalla tassa di soggiorno, cambiando il regolamento se necessario, per venire incontro alle varie situazioni di disagio sociale. Altri fondi si possone recuperare, cosi’ come proposto dal PID, dai tagli ai costi della politica, e altre somme sono state gia’ recuperate dal mancato rinnovo di alcune consulenze esterne che il Consiglio Comunale all’unanimita’ ha deciso di tagliare.

Penso che sia interesse di tutti dare risposte concrete a queste famiglie, pertanto convochero’ urgentemente una commissione dove tutti i gruppi politici, il dirigente dei Servizi Sociali ed una piccola rappresentanza delle stesse famiglie si possa insieme, serenamente  e con grande spirito di responsabilita’ affrontare il problema e capire quali idonei provvedimenti si possano adottare.

Voglio rilevare  che le persone in situazioni di grave disagio sociale hanno spesso problematiche relative a:mancanza di dimora, condizioni di povertà materiale ed esistenziale, disoccupazione prolungata, isolamento sociale, marginalità, emarginazione, segnalati dai servizi di territorio o che chiedono individualmente di essere supportati, in funzione della loro inclusione lavorativa e sociale.

Per quanto sopra non si puo’ e non si deve negare loro la speranza e ridare dignita’ salvaguardando quel minimo che consente di sopravvivere a questa catastrofe che si e’ abbattuta nella nostra societa’ e, di riflesso, anche nella nostra comunita’.

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