SULLA SITUAZIONE POLITICO-AMMINISTRATIVA A VITTORIA

Sento il bisogno di esprimere il mio punto di vista in merito all’attuale situazione politica. E’ evidente che il nostro impegno fondamentale, a suo tempo nel Giugno 2011, fu quello di fronteggiare e riuscire a battere, lo schieramento del centro-destra, la vandea dell’antipolitica e il trasformismo accecato solo dall’odio, difendendo gli interessi della nostra comunità e contrastando quanti denotavano una sostanziale mancanza di cultura di governo e di senso delle istituzioni a cominciare dai massimi esponenti di allora, che spesso hanno utilizzato la loro posizione a fini esclusivamente personali e professionali in modo spregiudicato e arrogante calpestando ogni questione di principio e di ordine morale. Ogni uomo pubblico ha il dovere morale se non deontologico di non utilizzare la politica solo per aumentare il volume d’affari del proprio studio professionale o della propria impresa. Purtuttavia non si può sottacere che anche nel nostro campo, nel cosiddetto centro-sinistra, c’erano e ci sono evidenti contraddizioni al riguardo. Mi riferisco in particolare alla posizione di persone  impegnate a livello amministrativo e istituzionale; questi amici e compagni dovrebbero per primi fare di tutto al fine di salvaguardare l’immagine cristallina che deve contraddistinguere chi si occupa della “cosa pubblica”, anche optando per i loro legittimi interessi economici e professionali o lasciando tali interessi per il periodo in cui sono chiamati a essere uomini delle istituzioni. Se non altro per non prestare il fianco all’antipolitica tanto di moda di questi tempi. Detto ciò, io credo che le singole personalità e i partiti devono sforzarsi, in questa fase, di produrre delle occasioni di contatto e di accordo politico-programmatico, realizzabili determinando volontà e processi politici utili ad avviare possibili convergenze su pochi ma significativi punti. Tra essi voglio sottolineare una nuova fase dello sviluppo economico (agricoltura e turismo), l’emergenza delle questioni ecologiche e di gestione del territorio, la tutela delle condizioni dei lavoratori e dei disoccupati, l’impegno per misure di solidarietà sociale, una sempre più radicale e radicata lotta alla mafia e per la legalità e una centralità che la nostra Città deve vedersi riconosciuta nel sistema ibleo, valorizzando i segni evidenti di ciò quali: il porto, l’autoporto, le infrastrutture, la sanità, i servizi per un agricoltura avanzata. Solo sulla base di questo forte impegno e di questo lineare percorso politico è possibile pensare alla costruzione di un nuovo progetto politico di governo della nostra città. Per raggiungere questo obiettivo occorre che in questa fase la leadership sia plurale, autonoma e dovrà impegnarsi a predisporre, al più presto, le prossime iniziative politiche sui temi del lavoro, dei diritti di cittadinanza, del Mezzogiorno,  riprendendo  il  lavoro   capillare di contatto e di raccordo con la cittadinanza e a elaborare tutti assieme un piano politico-amministrativo che vada nel quadro di un rafforzamento del ruolo del “Comune Democratico” come motore riformatore e sintesi del governo del territorio a partire dalla predisposizione di una nuova variante al PRG e dall’approvazione del nuovo regolamento del Mercato Ortofrutticolo. In questo contesto la coalizione che a suo tempo ha vinto la competizione elettorale deve avviare una riflessione seria e non dare l’impressione che chi grida più forte avrà alla fine ragione. In ultima analisi, ritengo che la “politica” debba tornare a svolgere il proprio ruolo, governando i processi economici, sociali e culturali a favore dello sviluppo della città e non viceversa.  

 

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