Spiavano i cittadini dalle telecamere degli spogliatoi, bastavano 20 euro. Indagini anche a Ragusa

Una vera e propria organizzazione che aveva violato i sistemi di videosorveglianza per spiare inconsapevoli cittadini negli spogliatori di palestre, magazzini e anche abitazioni private. E le perquisizioni sono arrivate fino a Ragusa, ma riguardano moltissime città italiane.

Due distinte organizzazioni criminali che avevano in comune lo stesso obiettivo: violare i sistemi di videosorveglianza delle abitazioni private di cittadini inconsapevoli, o quelle, per esempio, dei camerini di grandi magazzini o degli spogliatoi di piscine e palestre.

Utilizzavano due gruppi social, uno ‘premium’, dove si potevano guardare immagini, anche di minori, che venivano condivise dagli amministratori, e un altro gruppo ‘vip’ dove – dopo aver ricevuto le credenziali per cifre irrisorie, circa 20 euro – ognuno poteva guardare ‘in diretta’ le immagini di una determinato impianto di videosorveglianza.

Spiavano per poi monetizzare attraverso transazioni in criptovalute e servendosi prima di quello che viene definito il ‘facebook russo’, ossia il social network VKontakte, per poi passare su Telegram. In totale sono 11 gli indagati, con 10 perquisizioni in altrettante citta’ italiane, da Ragusa in Sicilia fino a Treviso passando per Roma e Milano. Una delle due organizzazioni criminali aveva l’obiettivo di investire proventi illeciti in strumentazioni tecnologiche sempre piu’ sofisticate. Per l’altra invece sono state scoperte transizioni finanziarie in criptovalute da 50.000 euro.

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