SORPRENDENTI RISULTATI NELLA LOTTA ALLE MALATTIE GENETICHE

Sicuramente la scoperta scientifica dell’anno in campo medico.

I ricercatori italiani del Tiget (Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica) sono riusciti ad utilizzare uno dei virus più temuti, il virus HIV, per la terapia genica di due gravi malattie genetiche. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosissima rivista Science.

L’idea del prof. Naldini, direttore del Tiget, consiste nel “disarmare” il virus di quelle caratteristiche che lo rendono patogeno ed utilizzarlo come cavallo di Troia che trasporta al suo interno i geni “sani”che vengono “ceduti” alle cellule staminali le quali, raggiungendo gli organi, correggono finalmente i difetti genetici causati dai geni “malati”. Il virus ha una grande efficienza nel penetrare all’interno del  nucleo delle cellule e ‘recapitarvi’ il gene corretto. Tutto questo senza destabilizzare il genoma e rischiare di provocare altre malattie.

“Dell’HIV originale in realtà conserviamo solo il 10% del genoma; in queste condizioni si tratta di un virus ormai inoffensivo. E sono convinto che sia stato lui il vero motivo per cui la terapia genica si è rivelata per la prima volta così efficiente”, spiega Naldini.

Si prelevano cellule staminali ematopoietiche dal midollo osseo del paziente e si introduce una copia corretta del gene che è difettoso usando vettori virali derivati dall’HIV; una volta reintrodotte nell’organismo, le cellule trattate sono in grado non solo di ristabilire i corretti livelli della proteina mancante negli organi chiave, il cervello nel caso specifico della leucodistrofia metacromatica, ma anche di smaltire l’accumulo delle sostanze dannose.

“Nel caso della sindrome di Wiskott-Aldrich, la sfida è stata più facile, perché le cellule del sangue non hanno dovuto fare altro che il loro mestiere, rimpiazzando le linee cellulari ematiche che risultano difettose nella patologia”, aggiunge Naldini.

 

Questa terapia genica ha funzionato su 6 bambini; 3 con la leucodistrofia metacromatica (la malattia attualmente al centro del caso Stamina) e 3 con la sindrome di Wiskott-Aldrich. In entrambe le malattie un difetto genetico è responsabile del deficit di una proteina indispensabile nello sviluppo dei neonati.

Nella leucodistrofia metacromatica, una malattia neurodegenerativa incurabile, viene colpito il sistema nervoso con conseguente perdita ineluttabile delle capacità motorie e cognitive.

Invece è il sistema immunitario ad essere colpito nei bambini con sindrome di Wiskott-Aldrich, che porta ad una spiccata suscettibilità verso le infezioni in genere, ai tumori ed alle malattie autoimmuni.

“Nella sindrome di Wiskott-Aldrich  le cellule del sangue sono direttamente colpite dalla malattia e le staminali corrette hanno sostituito le cellule malate, dando luogo a un sistema immunitario funzionante e a piastrine normali. Grazie alla terapia genica i bambini non vanno più incontro a emorragie e infezioni gravi e possono correre, giocare e andare a scuola” spiega il prof. Aiuti, responsabile dell’unità di Ricerca clinica pediatrica del Tiget.

“Nel caso della leucodistrofia metacromatica il meccanismo terapeutico è più sofisticato: le cellule ematopoietiche corrette raggiungono il cervello attraverso il sangue e rilasciano la proteina corretta che è ‘raccolta’ lì dalle cellule nervose circostanti. La carta vincente era rendere le cellule ingegnerizzate in grado di produrre una quantità di proteina molto più alta del normale, e quindi contrastare efficacemente il processo neurodegenerativo”, spiega la coordinatrice Alessandra Biffi.

Naldini: “Tre anni dopo l’inizio della sperimentazione clinica i risultati ottenuti dai primi sei pazienti sono molto incoraggianti: la terapia non è solo sicura, ma anche efficace e in grado di cambiare la storia clinica di queste malattie gravi. Dopo 15 anni di sforzi e dei nostri successi in laboratorio, e anche frustrazioni, è davvero eccitante essere in grado di dare una soluzione concreta per i primi pazienti”.

“Questi risultati preliminari sono promettenti e confermano l’efficacia dei nostri sforzi, che abbiamo sostenuto in questi anni con grande convinzione. Possiamo dire che abbiamo creato un modello in cui l’organizzazione agisce non solo come agenzia di finanziamento, ma svolge un ruolo primario nella gestione dello sviluppo della ricerca per garantire che ogni fase del processo porti all’obiettivo finale, che è fornire una terapia accessibile ai pazienti”, dice il direttore generale di Telethon, Francesca Pasinelli.

“I risultati descritti in questi due studi mi rendono molto orgogliosa, sia come direttore scientifico che come pediatra che ha dedicato tutta la sua vita professionale a bambini affetti da malattie genetiche. Questi obiettivi sono un esempio di come la ricerca condotta con precisione, determinazione e impegno totale sia in grado di produrre i risultati desiderati e aprire nuove frontiere nella medicina. Il percorso di traslazione dal banco del laboratorio al letto dei pazienti affetti da sindrome di Wiskott-Aldrich e da leucodistrofia metacromatica, ha anche presentato ostacoli e frustrazioni, sia per i ricercatori che per i genitori e i bambini che comprensibilmente hanno difficoltà ad accettare la ‘lentezza’ della scienza. Ma il risultati che stiamo mostrando oggi ci ripaga di tutti gli sforzi e ci dà una grande speranza per il futuro di questi bambini e per la possibile cura di altre malattie genetiche”, spiega Maria Grazia Roncarolo, direttore scientifico dell’Istituto San Raffaele. Il dr. Montini, coordinatore dell’analisi cellulare dei pazienti dice: “Fino ad ora non abbiamo mai visto un modo di progettare le cellule staminali utilizzando la terapia genica che sia efficace e sicuro come questo. Questi risultati aprono la strada a nuove terapie per altre malattie più comuni“.

Se i risultati verranno confermati, la terapia genica potrebbe diventare una valida alternativa per tutte quelle malattie del sangue che attualmente hanno il trapianto come unica opzione terapeutica.

 

Terapia genica: la tecnica spiegata dal prof. Naldini (www.telethon.it/news-video/speciale-terapia-genica)

 

Gli studi pubblicati su Science

Lentiviral Hematopoietic Stem Cell Gene Therapy in Patients with Wiskott-Aldrich Syndrome

Lentiviral Hematopoietic Stem Cell Gene Therapy Benefits Metachromatic Leukodystrophy

 

 

 

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