SINDROME DA ALIENAZIONE PARENTALE: DINAMICHE SULLA GENITORIALITA’ NEGATA.

Negli ultimi giorni i media hanno molto parlato di quella che viene definita Sindrome da Alienazione Parentale, dopo aver riproposto le immagini di un bambino allontanato coattamente da scuola per essere “dato” al padre. Sul ragazzino in questione, figlio di coniugi continuamente in conflitto fra di loro, è stata ipotizzata una probabile PAS. Si tratta di un disturbo identificato nel 1985 da Richard Gardner, neuropsichiatra infantile statunitense; attualmente questo disturbo non è ancora inserito nel DSM IV(manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ma ciò nonostante, nella maggior parte dei paesi europei, è accettato e considerato come una situazione gravemente pregiudizievole. Si tratta di un disturbo psicologico che può insorgere in figli di genitori separati, con un età fra i 7 e i 15 anni, in seguito a controversie sul loro affidamento. L’aspetto principale di questo disturbo è il comportamento attivo di denigrazione da parte di un genitore (alienatore) verso l’altro (alienato), influenzando il figlio a non vedere e frequentare più il genitore non affidatario. Ciò che comporta il poter diagnosticare la presenza del disturbo consiste nel fatto che pure il figlio prende parte a questa campagna denigratoria e ciò avviene perché, col tempo, ha perso un reale contatto con la realtà degli affetti, manifestando rabbia e disprezzo ingiustificato verso il genitore alienato. Il genitore affidatario riesce a far si che il figlio sviluppi tale insofferenza verso l’altro genitore attraverso tutta una serie di “tecniche”, come il parlar male dell’altro genitore o riportando false accuse di trascuratezza (cattiva genitorialità), violenza o abuso. In questo modo il bambino si costruisce una realtà familiare virtuale di terrore, paura, diffidenza e odio verso il genitore alienato, alleandosi quindi con il genitore alienante e “sofferente”, con il quale stabilisce tacitamente un “patto di lealtà” che consiste nell’appoggiare la sua visione ed esprimendo tutto il suo disprezzo per l’altro genitore. La PAS è caratterizzata da otto sintomi che si presentano contemporaneamente: 1)Campagna di denigrazione: il bambino, senza un reale motivo, si allea con il genitore affidatario nella diffamazione verso l’altro; 2)Razionalizzazioni deboli: il bambino riporta giustificazioni “deboli” sul perché non vuole vedere ad es. il padre, o sul perché parla e pensa male di lui; 3)Mancanza di ambivalenza: il genitore non affidatario è descritto solo in termini negativi, quello affidatario solo in termini positivi; 4)Fenomeno del pensatore indipendente: il bambino dice di aver elaborato da solo i pensieri denigratori, senza l’aiuto del genitore affidatario; 5)Appoggio automatico al genitore alienante: il bambino prende sempre le difese del genitore affidatario; 6)Assenza di senso di colpa verso il genitore non affidatario/alienato; 7)Scenari presi a prestito: il bambino descrive i comportamenti del genitore “ostile” usando parole e termini che non possono essere conosciuti da lui alla sua età; 8)Estensione dell’ostilità verso la famiglia allargata del genitore rifiutato: il bambino rifiuta il contatto oltre che con il genitore anche con le persone accanto a lui. Un bambino che cresce in un tale clima conflittuale e manipolativo può sviluppare una visione della realtà alterata oltre che una grave perdita affettiva ed emotiva, data dalla totale assenza dell’altro genitore. In casi di controversie sull’affidamento dei figli sarebbe opportuna una mediazione familiare, per aiutare gli ex coniugi a raggiungere accordi concreti e a gestire le difficoltà emotive ed organizzative legate alla separazione.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it