Shalom, Salam, Pace e Bene: da Ragusa un messaggio che attraversa religioni e popoli. FOTO E VIDEO

RAGUSA – Mentre il mondo conta 56 conflitti aperti, mentre la diplomazia internazionale sembra in affanno, oggi pomeriggio il cuore barocco di Ragusa ha pulsato forte per un’unica causa: la Pace.

Piazza San Giovanni si è riempita di voci, di volti, di bandiere arcobaleno per il “Raduno per la Pace”, promosso da oltre 30 associazioni del territorio che, senza simboli di parte e senza slogan di schieramento, hanno scelto di lanciare un messaggio chiaro: basta guerre, torni il dialogo tra i popoli.

Pace Bene Supremo!” – recita il titolo dell’appello letto in piazza – un richiamo universale che ha attraversato secoli, religioni e popoli. Da Shalom a Salam, fino all’augurio francescano “Pace e Bene”: parole diverse per un’esigenza comune, che oggi sembra quasi un privilegio destinato solo ad alcuni.

“Quel bene o è condiviso o semplicemente non è!”, si legge nel documento, che ha messo in evidenza come la pace non sia solo assenza di guerra, ma una condizione interiore fondata sulla giustizia e sull’assenza di odio.

Ad aprire il raduno, una riflessione intensa sull’irrilevanza delle norme internazionali, sullo smantellamento di istituzioni come l’ONU o la Corte Penale Internazionale, e sull’indifferenza crescente verso le vittime civili: bambini, anziani, scuole, ospedali diventati bersagli quotidiani.

“Non possiamo più tacere – è stato l’appello dal palco – cessino i conflitti, si torni al confronto, anche acceso, ma diplomatico”.

A chiudere il momento collettivo, l’annuncio di un appello da inviare alle istituzioni nazionali ed europee, affinché si facciano promotrici concrete di negoziati e processi di pace.

La piazza di Ragusa, oggi, non ha parlato per un popolo solo. Ha parlato per tutti. foto e video di Salvo Bracchitta

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