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Sfiducia a Schifani respinta: l’Ars conferma il governo. Abbate (DC): “Leali fino alla fine della legislatura”
03 Dic 2025 11:40
L’Assemblea regionale siciliana ha respinto nella serata di ieri la mozione di sfiducia presentata dai gruppi di minoranza nei confronti del presidente della Regione, Renato Schifani. L’esito della votazione – 41 contrari e 26 favorevoli – ha confermato la compattezza della maggioranza e ha messo fine a un confronto durato quasi cinque ore, caratterizzato da toni accesi e continui riferimenti ai tre anni di governo del centrodestra.
La seduta è stata presieduta per gran parte dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che aveva appreso pochi minuti prima dell’inizio la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per corruzione, peculato, truffa e falso ideologico. Un elemento che ha contribuito a rendere il clima in Aula ancora più teso.
Schifani: “Nessun dubbio sull’esito. La maggioranza è compatta e abbiamo il dovere di governare”
Nella sua replica finale, Schifani ha tracciato un bilancio dei primi tre anni di legislatura, rivendicando risultati su diversi fronti:
- Risanamento dei conti pubblici, con il miglioramento del rating Moody’s da “speculativo” a “stabile”;
- Ripresa economica e occupazionale;
- Interventi infrastrutturali su trasporti, settore idrico e gestione dei rifiuti;
- Azioni nel campo della sanità, delle politiche sociali e del turismo;
- Misure a favore delle imprese siciliane.
Il presidente ha anche ricordato il ricorso a Invitalia per i principali bandi e il monitoraggio dell’Anac sugli appalti più importanti, compresi termovalorizzatori e polo pediatrico.
“La maggioranza ha dato prova di grande compattezza. Ho ascoltato tutti, ma dall’opposizione non ho sentito controproposte. Andiamo avanti perché questo ci chiedono i siciliani”, ha dichiarato Schifani.
Le reazioni: opposizione all’attacco, maggioranza compatta
M5S e opposizioni: “Legislatura fallimentare e scandali in serie”
Durissimi gli interventi dei 5 Stelle e degli altri gruppi di minoranza.
Il capogruppo Antonio De Luca ha concluso citando Oliver Cromwell:
“In nome di Dio andatevene”.
De Luca ha parlato di “mille motivi” per cui Schifani avrebbe dovuto dimettersi, denunciando inefficienze in sanità, dighe, incendi, trasporti marittimi, scuole e politiche per i disabili.
Il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola ha invece donato al presidente un libro su Piersanti Mattarella, dicendo:
“Impari da chi è stato un vero presidente della Regione”.
Abbate (DC): “Sempre leali al governo Schifani. Insieme fino alla fine”
Un ruolo centrale nel dibattito è stato quello dell’onorevole Ignazio Abbate (DC), intervenuto a nome dei sette deputati del suo gruppo.
Abbate ha ribadito il sostegno “totale e convinto” al governo, definendo la mozione un’occasione utile per mostrare ai siciliani la rendicontazione dell’azione amministrativa.
Ha elencato i risultati raggiunti: stabilizzazione degli Asu, rilancio dei consorzi di bonifica, sostegno alle imprese tramite IRFIS, progressi sulla rete ospedaliera.
Ha poi chiesto a Schifani un impegno finale: la copertura finanziaria per quattro riforme simbolo della DC (parità salariale di genere, riforma polizia locale, dirigenti regionali ed enti locali).
“Rimarremo al suo fianco fino alla fine della legislatura”, ha assicurato Abbate.
Figuccia (Lega): “Opposizione senza idee. Basta teatrini”
Il deputato Vincenzo Figuccia ha definito la mozione “una farsa” pensata solo per ricompattare il centrodestra.
Ha poi attaccato le opposizioni per le “offese” rivolte al governo e ha invitato a lavorare con responsabilità su mafia ed economia.
Pellegrino (Forza Italia): “Schifani sarà ricordato per i risultati, non per le accuse”
Il capogruppo azzurro Stefano Pellegrino ha parlato di atto “puramente esibizionistico”, elencando i risultati del governo:
- disavanzo azzerato,
- PIL in crescita,
- misure contro il caro-voli,
- sostegno alle famiglie e ai mutuatari,
- inizio della soluzione delle liste d’attesa,
- stabilizzazione dei precari.
“La Sicilia ha bisogno di buon governo, non di show”, ha concluso.
Conclusione
La mozione di sfiducia, ampiamente prevista come destinata a non passare, ha avuto il merito di riportare in Aula un dibattito politico serrato e senza sconti.
Da un lato l’opposizione ha puntato il dito contro una legislatura definita “fallimentare”; dall’altro la maggioranza ha ribadito la solidità del governo Schifani, trovando nella voce di Abbate una delle conferme più nette.
Il voto finale – 41 no e 26 sì – chiude la vicenda politica ma apre una fase nuova, in cui il governo dovrà dimostrare nei fatti la solidità rivendicata e l’opposizione continuerà a incalzare sui nodi più critici dell’isola.


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