Se il sindaco di Avola chiama al telefono i ragusani

Tempo di elezioni, tempo di promesse ma soprattutto tempo di campagna elettorale. Mancano ormai pochissime ore alla chiusura della campagna elettorale per l’elezione al Parlamento Europeo ed in tutta Europa si parla dello scontro tra i partiti “tradizionali” e quelli “sovranisti” che dovrebbe decidere la prossima composizione dell’Europarlamento.
Da settimane ormai lo scontro tra queste due correnti è entrato nel vivo e, come sempre, i toni si alzano.

Negli ultimi anni abbiamo assistito al progressivo svuotamento delle piazze per comizi sempre più rari, mentre ormai in pochi imbrattano le mura delle nostre città con manifesti ritenuti inutili. Adesso a farla da padrona sono i social, Facebook su tutti.

Ma c’è chi ancora è ancorato alle tradizioni. È il curioso caso del sindaco di Avola, Luca Cannata, che in questi giorni si sta facendo notare per uno stile comunicativo sicuramente consigliato da qualche agenzia di comunicazione: le chiamate telefoniche. Eppure un bravo sindaco come ha dimostrato di essere Cannata, dovrebbe oggi sapere che quello delle chiamate, nell’era imperante di whatsapp, social e banner pubblicitari, è davvero un metodo praticamente arcaico.

Centinaia di apparecchi telefonici fissi stanno squillando in questo momento a Ragusa, a chiamare è lui: Luca Cannata. No, non Luca Cannata in persona, ma la sua suadente voce registrata che, senza possibilità di controbattere, si presenta con un caloroso “ciao” e avvisa della sua candidatura all’Europarlamento. Poco importa se il telefono squilla alle 2 del pomeriggio, come il più esperto e al tempo stesso maldestro addetto dei call center, interrompendo la pennichella, o che a rispondere sia un bambino ancora incapace di intendere i contorti meccanismi politici.

L’importante è che se ne parli….al telefono. E noi, infatti, ne stiamo parlando.

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