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Scicli: illegittimo per il Tar di Catania l’impianto dell’Acif, per rifiuti pericolosi e non, di contrada Cuturi
13 Dic 2024 15:38
Una battaglia che dura da oltre dieci anni. Alla fine la Regione Sicilia, il comune di Scicli ed il circolo di Legambiente escono vittoriosi dalla vicenda giudiziaria che ha visto contrapporsi proprio questi tre soggetti e l’Acif servizi srl. Un cammino che ha visto lottare sul campo anche la città intera con il rifiuto a ricevere rifiuti pericolosi e non oltre che residui di estrazioni petrolifere. A pronunciarsi è stata la sezione staccata di Catania del Tar pubblicando la sentenza (la numero 03808/2024) con la quale vengono rigettati i ricorsi presentati da A.Ci.F. Servizi s.r.l. contro la Regione Siciliana, il Comune di Scicli, Legambiente Sicilia Onlus e altre parti.
In favore del territorio sciclitana legalità e tutela ambientale.
La vicenda risale a più di dieci anni fa quando la società ha presentato un progetto, da realizzare in contrada Cuturi poco distante dalla discarica comprensoriale di San Biagio, di un impianto per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, non esclusi quelli provenienti da estrazioni petrolifere. “L’iniziativa avrebbe comportato un impatto devastante sull’immagine e sull’economia del territorio, fondati su eccellenze agricole, turismo e cultura. Grazie alla mobilitazione dei cittadini di Scicli, supportati da Legambiente Sicilia e da un team legale specializzato, è stato presentato nel 2016 un ricorso contro l’autorizzazione regionale – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – dopo anni di ricorsi e contro-ricorsi, il TAR ha ora ribadito l’illegittimità del progetto. L’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) era basata su presupposti di ‘alterazione della veridicità’, come hanno sottolineato i giudici. Il TAR ha confermato che i fabbricati costruiti abusivamente in quella zona non potevano essere sanati, essendo incompatibili con la destinazione agricola e le normative di tutela ambientale. La sentenza sottolinea l’importanza della partecipazione attiva della società civile e delle associazioni nella tutela del territorio. Senza l’azione coraggiosa dei cittadini e il supporto di Legambiente Sicilia – conclude il presidente Castronuovo – il progetto sarebbe avanzato, minacciando irrimediabilmente il paesaggio, l’economia locale e la qualità della vita degli abitanti”. Ai tempi dell’ex sindaco Enzo Giannone la Regione aveva annullato già in autotutela l’autorizzazione A.I.A.
Nonostante questo punto a favore non mancherà ogni azione di vigilanza. Lo assicura Alessia Gambuzza presidente di Legambiente Kiafura Scicli.
“Pur rappresentando una vittoria importante, la sentenza non esclude la possibilità di ulteriori ricorsi da parte della società privata o nuovi tentativi di sfruttare il territorio per progetti non conformi alle normative. Chiediamo alla città di mantenere alta l’attenzione, supportata dalle istituzioni e dalle associazioni – dichiara Alessia Gambuzza – era il 2017, dopo l’inizio della battaglia contro la realizzazione della piattaforma iniziata nel 2016, che si è costituito il Circolo Legambiente di Scicli. La storia di questa battaglia, è un esempio di come la difesa della legalità e dell’ambiente richieda impegno, collaborazione e perseveranza da parte di tutta la comunità”.
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