SALVIAMO VITTORIA JAZZ FESTIVAL!

In realtà, per risposta di pubblico e risonanza internazionale, non c’è niente da salvare nel Vittoria Jazz Festival, che va alla grande anche per la qualità delle proposte musicali.

Quello che non va, che esige una cura drastica, ciò per cui il festival va salvato è il fattore “chiasso”. Ovvero quel fattore che rende ogni concerto della rassegna una sorta di sfida fra gli artisti e la piazza, a chi ce l’ha più forte! (a chi ce l’ha più lungo?).

Se ne parla da tempo. Io stesso recentemente ho affrontato la questione con Francesco Cafiso, guru dell’evento. Da molte voci ho raccolto la stessa impressione, la stessa desolazione, lo stesso sconforto: il festival gratuito, aperto, chiassoso, maleducato, cialtrone proprio non va! E’ un cazzotto nella pancia, di tutti quelli che vogliono ascoltare la musica e non si rassegnano a un tale grado di incivile imbecillità quale quello che si raggiunge ai bordi della platea ma anche, spesso, fra le file “canoniche”. Occupate, qua e là, da gente che schiamazza, con l’aiuto dei bambini maleducati quasi quanto i genitori,  che si muove continuamente, che non mostra alcun interesse e rispetto per ciò che accade sul palco e – cosa ancora più grave – per chi sta accanto e magari vorrebbe ascoltare musica.

Credo che il destino del festival sia segnato: ci saranno sempre più persone disinteressate (presenti solo per l’occasione di trascorrere una serata “diversa”) e sempre meno appassionati. O anche solo educati e civili.

E’ sempre la stessa solfa: la gratuità dell’evento è solo una retorica concessione politica al nazionalpopolare. Nessun fine pedagogico. Nessun obiettivo di progresso civile. Sappiamo tutti che un ticket simbolico di 5€ sconsiglierebbe ai cialtroni di invadere la piazza e di bivaccarci dentro continuando a starnazzare, senza un reale interesse per la musica, mentre tipi come Enrico Pieranunzi, sul palco, parlano direttamente con Dio!

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