SALTO IN ALTO: MEDAGLIA D’ORO PER ANTONIETTA DI MARTINO

Antonietta Di Martino e il suo inverno super si sono dati appuntamento agli Europei Indoor di Parigi Bercy, dove la campionessa italiana ha vinto la medaglia d’oro nella specialità del salto in alto. E’ bastata la misura di 2.01 per aver ragione delle avversarie, tutte bloccate sotto la soglia dei 2 metri. Antonietta ha così realizzato il sogno di ascoltare, per la prima volta in carriera, l’Inno di Mameli risuonare per lei. Un successo straordinario, dopo una preparazione attenta negli Stati Uniti, a San Diego, e delle performance di tutto rispetto nei meeting di avvicinamento. E’ arrivata quella medaglia d’oro solo assaporata in precedenza ai Mondiali di Osaka, in Giappone nel 2007, dove l’azzurra, nonostante il primato nazionale di 2.03, non andò oltre l’argento.

“E’ la mia prima medaglia d’oro, e volevo onorarla con una prestazione di rilievo, ecco perché ho scelto di saltare 2,01 quando i giochi erano ormai già fatti – ha detto la Di Martino dopo la gara -. Non è stato facile. Mi hanno dato per finita tante volte e ogni volta sono riuscita a tornare, a riemergere. Solo adesso comincio a capire che così, c’è molta più soddisfazione”. In molti, è vero, l’avranno data per finita. Con un pizzico d’orgoglio possiamo dire: non noi. La visita estiva di Antonietta a Santa Croce Camerina ha regalato agli sportivi un momento di gioia e apprendimento senza precedenti. Ha messo i ragazzini, che si sfidavano a ‘Salti in Piazza’, la kermesse voluta e organizzate da Giovanni Occhipinti, di fronte alle responsabilità della vita. Non solo dello sport. Antonietta ha portato con sé i valori che la contraddistinguono: quello del sacrificio, della famiglia, dell’umiltà, del tener duro. Anche a 34 anni è possibile covarli tutti insieme. Ha aggiunto un bel pizzico di tecnica, di quella classe che appartiene a pochi, per scavarsi un posto d’eccellenza nell’atletica mondiale. C’è riuscita anche stavolta, dopo un paio di stagioni trascorse in balia dell’infortunio.

Possiamo dire, senza timore di smentita, che anche il calore della nostra gente nei suoi confronti ha rappresentato uno stimolo per la campionessa e per la donna. Nella pratica del ‘do ut des’, però, è molto più quello che la Di Martino ci ha lasciato in eredità: non ultima, la grande gioia di vederla sul tetto d’Europa. Anche noi siam saliti, festanti, sul carro della vincitrice. Con un senso d’appartenenza mai provato prima.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it