Rugby under 16 Ragusa, sconfitta da L’Aquila

Ogni partita è un universo a sé stante, questo andava ripetendo coach Maurizio Fumarola poco prima dell’inizio: L’Aquila Rugby è squadra abituata a certi livelli, questo si è notato subito all’ingresso in campo, il Ragusa Rugby invece ancora no.
I ragazzi ragusani hanno accusato più a livello mentale che fisico il peso di diverse assenze e di infortuni: e se – confermando l’assioma di coach Fumarola – ogni partita è davvero un universo a sé stante, la nostra Under 16 trova sempre almeno un modo per complicarsela.
Siamo qui a raccontare di un’altra sconfitta, quella che forse fa più male di tutte. Un 19-22 che fino a soli 7 minuti dal fischio finale sembrava un trionfo soltanto da festeggiare.
Ma non è stato così. Ecco la nuda cronaca.
Inizio tambureggiante dei neroverdi abruzzesi, duri e possenti nelle loro percussioni frontali, e con un buon calciatore per tenere lontani gli avversari. I nostri faticano a contenere, ma quando ripartono lo fanno a vampate, contenute sempre a fatica dagli ospiti. Ma nel frattempo, dopo neanche 5 minuti, sono proprio gli aquilani a passare, senza trasformazione seguente: 0-5.
I nostri carburano lentamente, ma hanno anche pure concesso una punizione agli avversari, che ringraziano e non falliscono: 0-8.
Quando i giovanotti iblei entrano finalmente in partita, lo fanno con decisione: due volte l’azione viene fermata a pochi metri dalla linea di meta, ma si percepisce che arriverà, basta perseverare. Ed arriva, infatti, con un’azione insistita di tutta quanta la squadra: dal centro verso destra, poi si riparte verso sinistra, con velocità e decisione, palla da Lopes ad Andrea Tuminello che la mette giù all’altezza della bandierina di sinistra. Meta non trasformata, quindi 5-8.
Ma, a questo punto, L’Aquila viene braccata e costretta all’interno della propria metà campo, anche se il tempo si chiude col medesimo risultato.
Quando si torna in campo, i coach Fumarola e Lucenti hanno dovuto effettuare il primo cambio causa infortunio, ma i ragazzi ragusani mantengono concentrazione e assetto, continuando a premere sull’acceleratore e tenendo saldamente in pugno la gara.
Le azioni si susseguono, a tratti si rivede la medesima squadra che imprimeva una vorticosa circolazione di palla a Roma, contro le Fiamme Oro. Basta una azione corale in velocità, che Flavio Antoci apre una voragine tra le linee avversarie e vi si addentra fino in meta. Gabriel Di Natale trasforma, e si va sul 12-8.
Non è finita. Ragusa insiste, e ci provano tutti da ogni lato, nuova azione susseguente a pressione dentro l’area avversaria, e stavolta ad andare in meta caparbiamente è Pierpaolo Pignattelli. Anche stavolta Gabriel Di Natale trasforma, e l’Under 16 vola sul 19-8.
Manca poco più di un quarto d’ora, ed anche se nel rugby non si può mai mollare e nemmeno prendere aria, visto l’andamento del match si pensa che tutto possa andare liscio fino alla fine.
Coach Fumarola effettua qualche altro cambio, e per qualche altro minuto le cose proseguono con la medesima inerzia, anche se si percepisce che gli aquilani non ci stanno e stanno provando rabbiosamente a reagire.
Qualche colpo in mischia e nelle rack appare meno corretto del solito, ma in generale gli ospiti sono parsi da subito ben disposti a sporcare il gioco ragusano in ogni modo: quel tanto che è bastato, alla lunga, a indurre i nostri ragazzi a reazioni poco ortodosse, al di fuori dei momenti di gioco.
All’ennesima reazione, plateale questa, l’arbitro mostra il rosso, e – complice un malore ad un neo-entrato – Ragusa resta con 13 elementi ad affrontare gli ultimi fatidici 7 minuti.
Due mete tra i pali, entrambe facilmente trasformate, regalano agli ospiti l’inattesa, sorprendente vittoria finale: 19-22.
Dunque, possiamo concludere che il reale problema della nostra Under 16, alla luce dei primi 5 incontri disputati, risiede in una tenuta mentale parecchio labile. Da un punto di vista tecnico e tattico si può e si deve ancora crescere, da un punto di vista fisico concediamo chili e centimetri, ma atleticamente ci siamo: l’esperienza di un campionato giocato a questi alti livelli insegnerà sicuramente ancora tanto, il confronto con squadre che praticano un rugby diverso (ed elitario) è quanto di più formativo i nostri ragazzi potessero sperare di vivere. Ma se questa squadra ha dimostrato – con la sola eccezione della Capitolina Rugby – di potersela giocare sul campo alla pari con tutte le altre, gli unici reali gap sono costituiti dalla inesperienza, e da questa stramaledetta tenuta mentale e nervosa, grazie alla quale si regalano puntualmente almeno 10 minuti a gara ad ogni compagine avversaria.
Su questo, a mio modesto avviso, i coach e l’ambiente tutto dovranno lavorare con la massima serenità ed assiduità, per evitare di rovinare quanto di buono costruito in buona parte di ogni gara con inesplicabili black-out.

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