“RICORDIAMOCI DI STARE ACCANTO A CHI STA ATTRAVERSANDO UN MOMENTO DIFFICILE”:

E’ sempre un momento emozionante, carico di umanità. La visita ai malati assume un grande significato. E’ un atto di affetto per chi la riceve ma dà molti stimoli anche a chi la compie. A maggior ragione nella giornata, quella odierna, dedicata a San Luca, Patrono dei medici e degli operatori sanitari.

Sabato, il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Paolo Urso, si è recato tra le corsie della clinica del Mediterraneo, in via Fieramosca, spendendo più di una parola di sostegno nei confronti di chi soffre, garantendo attenzione e supporto a chi sta attraversando un momento non facile.

L’iniziativa, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, diretto da don Giorgio Occhipinti, è stata poi caratterizzata dalla celebrazione eucaristica, presieduta dal presule, nella cappella della stessa clinica. “Ci sono alcune frasi nella prima lettura di oggi, quella di San Paolo che scrive a Timoteo, all’amico e al discepolo – spiega il vescovo Urso – in cui lo stesso San Paolo, raccontando la sua storia, evidenzia che con lui è rimasto solo Luca. E’ quest’ultimo l’unico che, nel momento difficile di Paolo, gli è rimasto vicino. Lo sappiamo. Ci sono momenti molto complessi e difficili nella vita di ciascuno di noi. Ed è importante che non si possa dire: tutti mi hanno abbandonato, non ho nessuno. Dobbiamo fare in modo che soprattutto durante la malattia si registri quella vicinanza affettuosa, amica, che dà coraggio, a maggior ragione quando non ci sono speranze di guarigione. Come fece San Luca, E’ importante che accanto agli ammalati ci sia sempre serenità e speranza.

Quello di oggi, la visita tra i malati, è stato un momento bello di umanità”. Il direttore della Pastorale, don Occhipinti, nel ringraziare il vescovo per la sua continua attenzione nei confronti dei malati e di chi soffre, ha messo in rilievo l’importanza del medico e dell’operatore sanitario. “Sono loro – ha detto don Occhipinti – i portatori di speranza nelle fragilità. Il medico deve cercare di essere il più possibile umano e vicinissimo al paziente.

E’ un aspetto che bisogna curare con la massima attenzione”.

 

 

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