RESPINTA LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEL M5S A CROCETTA

 “L’Assemblea regionale siciliana ha respinto la mozione di sfiducia dei Cinquestelle al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Contrari 46, favorevoli 31. Tredici i deputati assenti. Contro la mozione hanno votato il Pd, l’Udc, il Megafono, i Drs e il gruppo Articolo 4. Assenti al momento del voto sei deputati della maggioranza: Franco Rinaldi (Pd), Bruno Marziano (Pd), Giovanni Panepinto (Pd), Pippo Digiacomo (Pd), Paolo Ruggirello (Art.4), Marco Forzese (Drs). A favore della mozione, oltre ai 14 deputati cinquestelle, altri 17 parlamentari di altri gruppi di opposizione (Pdl, Pid, Pds-Mpa, lista Musumeci). Cinque gli assenti nelle file dell’opposizione: Toti Lombardo (Pds-Mpa), Giuseppe Federico (Pds-Mpa), Dino Fiorenza (Pds-Mpa), Santi Formica (lista Musumeci) e Mimmo Milazzo (Pdl). Assenti anche due parlamentari del gruppo Misto (Riccardo Savona e Girolamo Fazio). 
“Per me quella di oggi comunque è una pagina dolorosa”. Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, prendendo la parola in aula subito dopo che l’Assemblea ha respinto la mozione di sfiducia dei Cinquestelle”.

Dante pose gli ignavi nell’inferno, in quel girone in cui coloro che non prendevano decisione erano ,inseguiti da vespe e mosconi. Proprio lì andrebbero posti quei deputati assenti, quelli che invece di esprimere una propria opinione si assentano,magari con fittizie giustificazioni, per lasciare ad altri la decisione finale.

Il voto di sfiducia a Crocetta,in cui non entriamo in merito, in quanto si deve lasciare ai posteri l’ardua sentenza, mette in luce due fattori, da un lato l’irresponsabilità dei 5stelle, che non danno assolutamente affidabilità né a livello nazionale, né a livello regionale, da un lato, e le difficoltà che Crocetta affronta giornalmente,purtroppo, in una Regione congelata nelle decisioni, in una Regione troppo abituata all’illegalità,contro cui combattere è difficile.

Crocetta era amareggiato ,ma consapevole che il suo lavoro è arduo e difficile in una Regione troppo abituata ai “particulari” di ognuno, troppo dedita non al Bene Comune,ma agli interessi di questo o quel politico, dove viene privilegiato il potere al bene collettivo.

Amarezza sì, ma anche consapevolezza che sradicare il male è un compito arduo e faticoso!

 

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