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Ragusa, operativo il secondo acceleratore lineare: un passo avanti nella Radioterapia oncologica
02 Dic 2025 15:04
Ragusa compie un passo decisivo nel potenziamento della cura oncologica. È pienamente operativo da oggi il secondo acceleratore lineare della Radioterapia oncologica dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla, dove questa mattina sono stati effettuati i primi trattamenti su due pazienti. L’arrivo della nuova macchina, finanziata attraverso i fondi del PNRR, raddoppia la capacità operativa del reparto, migliora i tempi di presa in carico e permette di ampliare l’offerta terapeutica con tecnologie di ultima generazione.
Gli acceleratori lineari di nuova concezione utilizzano radiazioni ad alta energia che colpiscono con precisione le cellule tumorali, riducendo al minimo l’impatto sui tessuti sani circostanti. Le tecniche avanzate come la VMAT consentono una modulazione estremamente accurata del fascio radioterapico durante tutto l’arco di irradiazione, aumentando l’efficacia dei trattamenti e riducendone sensibilmente la durata. Grazie ai nuovi protocolli ipofrazionati, alcuni tumori della mammella possono essere trattati in sole cinque sedute, completabili nell’arco di una settimana. Anche nella cura dei tumori prostatici la riduzione dei cicli è significativa: dai tradizionali ventotto incontri si è passati agli attuali venti, con l’obiettivo dichiarato di scendere ulteriormente a cinque sedute nei protocolli più avanzati.
Il centro di Ragusa è oggi in grado di erogare anche trattamenti stereotassici ad alta complessità, in cui dosi elevate vengono concentrate con precisione millimetrica su lesioni selezionate. A rendere possibile un livello di accuratezza così elevato contribuiscono i nuovi sistemi di pianificazione, capaci di ottimizzare la distribuzione della dose e di ridurre ulteriormente i margini di errore. Decisivo, come sempre, il ruolo della Fisica sanitaria, che assicura ogni giorno la calibrazione dei fasci, i controlli di qualità e la verifica dei piani terapeutici, garantendo massima sicurezza ai pazienti.
Non solo tecnologia, ma anche attenzione alla persona. I nuovi sistemi di posizionamento rendono oggi superflui i tatuaggi cutanei, eliminando un elemento di forte impatto emotivo per molti pazienti oncologici. La presenza di due acceleratori “gemelli” assicura inoltre continuità assoluta: eventuali manutenzioni o aggiornamenti non interrompono i percorsi di cura, poiché il trattamento può essere trasferito immediatamente da una macchina all’altra. L’investimento complessivo, tra apparecchiature e lavori infrastrutturali, raggiunge i 6,6 milioni di euro, finanziati attraverso il PNRR e i fondi ex art. 20 della legge 67/88.
La Radioterapia oncologica, diretta da Vincenzo Barone, è anche al centro di un profondo processo di modernizzazione degli spazi. I locali rinnovati saranno operativi nelle prossime settimane, migliorando ulteriormente accoglienza e funzionalità.
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