RAGUSA: GDF SEQUESTRA UN’AREA ESTESA SU 5.000 MQ ADIBITA AD AUTODEMOLIZIONE

La Guardia di Finanza ha sequestrato un’area di 5.000 mq di un autodemolizione che in realtà era sprovvista delle necessarie autorizzazioni.

La salvaguardia dell’ambiente è per tutti una necessità prioritaria, in tale attività i militari della Compagnia di Ragusa, in esecuzione di precise direttive impartite dal Procuratore Capo della Repubblica di Ragusa – Dr. Petralia – hanno scoperto un sito, della superficie complessiva di circa 5.000 metri quadri, adibito abusivamente ad auto demolizione e discarica di rifiuti speciali in assenza delle necessarie autorizzazioni.

Le fiamme gialle hanno posto sotto sequestro preventivo, poi convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa, un’area recintata di circa 5.000 mq, oltre a 80 tonnellate di rifiuti pericolosi, localizzata in Contrada Monachella del comune di Ragusa, il tutto in prossimità di civili abitazioni.

Nella discarica a cielo aperto i finanzieri hanno rinvenuto più di 70 carcasse di autovetture ancora da bonificare, oltre a  vari rifiuti pericolosi quali pneumatici usati, materiale ferroso, materiale plastico e parti di veicoli.

L’intervento dei militari ha evitato che i rifiuti pericolosi potessero creare ulteriore nocumento alla salute pubblica, inquinando, attraverso il percolato,  il sottosuolo e le falde acquifere presenti in zona.

Sono stati interessati anche gli organi competenti quali Comune e Provincia per la tempestiva bonifica dell’intera area.

Il proprietario dell’area sequestrata è stato denunciato alla locale A.G. per gestione illecita di impianto di recupero, rottamazione e demolizione di autoveicoli in assenza delle prescritte autorizzazioni di cui al D.lgs. 152/2006.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti e della tutela ambientale viene  particolarmente monitorato dalle Fiamme Gialle in tutta la provincia di Ragusa e sconcerta ancora di più il fatto che, nonostante le severe leggi ed i controlli nello specifico settore, vengano ancora perpetrati illeciti che non rispettino le meraviglie del nostro territorio, tra l’altro, patrimonio dell’UNESCO.

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