PIANO ANTICORRUZIONE.

Gli atti, le scelte, i provvedimenti attuati dall’Amministrazione comunale in materia di anticorruzione sono stati oggetto questa mattina della conferenza stampa che si è tenuta a Villa Niscemi e alla quale hanno presenziato il Sindaco Leoluca Orlando, l’Assessore al Bilancio Luciano Abbonato, l’Assessore alle Partecipate Cesare Lapiana e il Segretario Generale del Comune Fabrizio dall’Acqua.

 “Le norme anticorruzione funzionano solo se c’è un clima favorevole da parte dei dipendenti comunali, dei dirigenti e della politica – ha dichiarato il Sindaco Leoluca Orlando -. Se così non è, la stessa normativa anticorruzione serve a far crescere il costo della corruzione. Se ci sono norme molto rigorose, a cui non corrisponde un comune sentire da parte della politica, come è successo a Roma, le norme anticorruzione restano solo un pretesto per i corrotti per chiedere l’aumento della prestazione al corruttore. Nel settore dell’anticorruzione, in Sicilia, l’Amministrazione di Palermo è avanti più avanti delle altre – ha aggiunto il Sindaco -.

il primo cittadino ha, inoltre, spiegato come si è arrivati agli arresti che negli scorsi giorni hanno coinvolto alcuni dipendenti comunali.

“Ad ottobre 2012 – ha continuato Orlando – è stata recapitata una lettera anonima che il dirigente del servizio ha trasmesso alla Procura dandoci motivo di mettere in moto una best practice. Questo è per fare comprendere a tutti che l’Amministrazione è stata e sarà in prima fila per accompagnare il percorso rivolto all’accertamento di attività criminali, e in quel caso, ha deciso di revocare le funzioni ai dipendenti e di lasciarli nello stesso luogo fisico. Altre due lettere anonime a conferma sono arrivate nel 2013 ed è cominciata, così, un’attività intensissima tra i funzionari del Comune e la Polizia giudiziaria” che si è interrotta ad aprile del 2014, prima ancora dell’adozione dei provvedimenti anticorruzione. A quella data – ha continuato a spiegare il Sindaco – non c’erano più comportamenti criminosi da accertare e abbiamo provveduto al trasferimento dei quattro dipendenti comunali ad altri uffici”.

Il Piano anticorruzione del Comune di Palermo, dopo il vaglio del Consiglio comunale, è stato approvato dalla Giunta a marzo di quest’anno, in attuazione della legge 190 e racchiude tutti quei rimedi correttivi che hanno lo scopo di arginare il rischio che si verifichino eventi di corruzione. Si tratta di misure che necessariamente saranno sottoposte a continue verifiche e aggiornamenti, anche in relazione alle singole scelte organizzative. La prossima revisione, a regime, è prevista entro il 31 gennaio prossimo e sicuramente entro un anno dall’entrata in vigore del Piano. 

Tra i provvedimenti più salienti, il Piano prevede, ad esempio, l’informatizzazione di alcuni settori al fine di diminuire il contatto pubblico/dipendente o la misura di rotazione dei dipendenti che deve applicarsi ogni tre, massimo cinque, anni e deve concludersi al 31dicembre 2014. In particolare, nelle aree a rischio individuate la rotazione riguarda il 33% del personale.

 Ad oggi, i dati sulla rotazione riguardano il settore riqualificazione urbana, 146 unità; Suap 32 unità; Settore tributi 6 unità; Pianificazione del territorio 23 unità; Verde 55 unità, Risorse Umane 7 unità; Relazioni istituzionali 13 unità; Innovazione tecnologica 19 unità; Bilancio 5 unità e Area scuola 8 unità.

Il Comune ha anche predisposto un software, che sarà attivato a breve, che permetterà ai dirigenti di avere un quadro delle misure da adottare e una linea telefonica dedicata alle denunce di episodi di corruzione. Col nuovo piano inoltre anche le attività sociali e la scuola saranno inseriti nei settori a rischio corruzione.

Un piano complesso, dunque, che riguarda una struttura amministrativa molto articolata che conta ottomila dipendenti i quali saranno tutti sottoposti tutti a formazione già dall’anno nuovo.

“Ci si avvarrà di formatori interni – ha spiegato il Segretario Generale Fabrizio Dall’Acqua – e sarà fatto tutto a costo zero. I temi trattati saranno relativi soprattutto ai valori etici, che sono la precondizione affinchè si parli di anticorruzione – ha aggiunto. L’ambizione che si ha con questo piano, pur convinti della sua perfettibilità, è che questo possa essere uno strumento che concorra a individuare le aree esposte a maggiore rischio corruttivo, incoraggiare l’emersione di fatti corruttivi, affinando il sistema dei controlli e, infine, – ha concluso Dall’acqua – cercare di diffondere una cultura diversa per cercare di creare un clima che sia favorevole all’attecchimento dell’integrità, della legalità e quindi anche dell’anti corruzione”.

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