Un nuovo gruppo sanguigno umano, mai documentato prima, è stato identificato in una paziente originaria della Guadalupa. La scoperta, definita «straordinaria» dagli esperti, è stata annunciata dall’Istituto Francese del Sangue (EFS) e ufficializzata nel giugno scorso a Milano, dalla Società Internazionale di Trasfusione di Sangue (ISBT). Il nuovo gruppo, denominato “Gwada negativo”, è attualmente l’unico […]
“Non sono il mio reato”: storie vere di riscatto scritte da inediti scrittori agli arresti domiciliari
14 Mag 2025 10:49
“Non sono il mio reato”: quando la scrittura diventa una via di riscatto. Una penna. Un foglio. Un passato difficile da raccontare. Diciannove persone, tutte sottoposte a misure alternative alla detenzione come gli arresti domiciliari, hanno deciso di provarci. Di mettere nero su bianco la loro storia, la loro rabbia, la loro caduta. Ma soprattutto il loro tentativo di rialzarsi.
È nato così il libro “Galeotto fu il racconto” (ed. Kreativamente), uno dei frutti più intensi del progetto “È ora d’aria” promosso dalla Caritas diocesana di Ragusa con il supporto di Intesa Sanpaolo. Un laboratorio di scrittura creativa tenuto dallo scrittore e grafico Emanuele Cavarra, affiancato dalla psicologa Barbara Buscemi. Non un semplice corso, ma uno spazio libero in cui la scrittura è diventata terapia, specchio, voce.
“Il reato è un fatto da cui ripartire. La persona non è il suo reato” ha detto Rosaria Ruggieri, direttrice dell’Uepe di Ragusa, durante la presentazione del libro. Le sue parole, dense di senso e giustizia vera, raccontano di 28 anni passati ad ascoltare, accogliere, comprendere. “Dietro ogni reato spesso si nasconde un dolore, una perdita, una fragilità non compresa. Per questo servono strumenti: solo quando senti che puoi farcela, inizia davvero il cambiamento”.
E di cambiamenti, nel silenzio spesso invisibile delle misure alternative, ne sono avvenuti parecchi. Alcuni dei partecipanti non se la sono sentita di pubblicare i propri testi. Ma otto di loro sì. E le loro pagine raccontano emozioni grezze, potenti, a volte quasi violente per quanto umane. Parole che sanno di vita, di cadute e di risalite. “Avevo pregiudizi, non lo nego – ha raccontato Cavarra – ma si sono sgretolati davanti all’autenticità di quelle storie. Il potere empatico della parola è stato più forte di qualsiasi giudizio”.
La presentazione del libro, moderata da Vincenzo La Monica della Caritas, è stata molto più di un evento. È stata un incontro di mondi, un ponte tra chi ha sbagliato e chi crede ancora nella possibilità del riscatto. Come ha ricordato don Giuseppe Di Corrado, direttore della biblioteca “Mons. Pennisi”, “l’importanza del vissuto condiviso nella vicinanza umana è un valore che non dobbiamo mai perdere”.
A chiudere l’incontro è stato Domenico Leggio, direttore della Caritas di Ragusa: “Ogni persona è un bene prezioso. Se mettiamo al centro la persona e non il reato, scopriamo che non esistono solo colpevoli da punire, ma esseri umani da accompagnare”.
Tra il pubblico, occhi bassi. Timidi, ma grati. Quegli stessi occhi che, un giorno, forse non troppo lontano, torneranno a guardare in alto. E magari, a scrivere ancora.
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