NON SI PLACANO LE POLEMICHE SULLA TABELLA H

Tabella H ancora al centro dell’attenzione, nel corso della conferenza stampa tenuta dal Presidente della Regione Crocetta, accompagnato dagli Assessori Bianchi, Bonafede e Valenti, per parlare di finanziaria. Come era prevedibile, si è ancora parlato di Tabella H, di cui sono emersi ancora limiti e sconcezze, peraltro del tutto confermate da Crocetta che ha ribadito come “Sono  tutti testimoni di quanto è accaduto sulla Tabella H. Noi non la vogliamo e stiamo preparando una legge per arrivare al sistema di contribuzione con bandi. Il mio partito non era neppure troppo convinto, ma dire di no in Aula è difficile. La maggior parte dei deputati all’Ars è contraria alla Tabella H.”
Per inciso una conferenza stampa iniziata con una tirata d’orecchi per il Commissario Straordinario alla Provincia Regionale di Ragusa che, nei giorni scorsi, aveva sollevato l’insufficienza dei fondi per la Provincia che metteva a repentaglio i servizi essenziali e a cui Crocetta ha risposto esordendo, davanti ai giornalisti: “”Il commissario della Provincia di Ragusa dice che 44 milioni sono insufficienti? Visto che l’abbiamo scelto noi, avrebbe fatto bene a riferire prima al governo. Io l’ho già convocato. Abbiamo la sensazione che in tanti non abbiano compreso l’entità dei trasferimenti che sono stati stanziati. I commissari poi si ricordino che sono lì per l’ordinaria amministrazione. Certo, capisco che poi si affezionino alle poltrone… Comunque sia la Regione garantisce il pagamento degli stipendi dei lavoratori”.
Resta da capire non tanto il mistero di un allegato da tutti giudicato iniquo per quanto votato dalla maggioranza, quanto piuttosto il fenomeno delle dichiarazioni successive al voto che vedevano parlare peggio della Tabella H proprio quelli che avevano votato ‘sì’ o si erano astenuti.
Come cercheremo di intravedere appresso fra i meandri dell’allegato, avevamo tentato di comprendere le motivazioni di una avversione comune per questo aggregato di contributi che non si riesce ad eliminare facilmente, comprendendo indispensabili sostegni a enti assistenziali che si muovono nel sociale accanto a spudorate contribuzioni che, facendosi scudo della cultura, foraggiano il più becero clientelismo.
Mentre attendevamo gli esiti della conferenza stampa, arrivavano le notizie della tragica protesta di Vittoria, dove un povero operaio, nel corso del procedimento di sfratto dalla sua abitazione che era stata pignorata e venduta all’asta, si dava fuoco, coinvolgendo i familiari e un agente di Pubblica Sicurezza, intervenuto sul posto perché chiamato dagli esecutori dello sfratto.
Gesto sicuramente inconsulto, dettato dalla disperazione ma, certamente accresciuto, nella sua espressione violenta, dal vedersi privato della casa, venduta all’asta per soli 26.000 euro per un debito di soli 10.000 euro. Non ci sono parole per giudicare una procedura che, in questi tempi e per determinati soggetti, al di là di ogni dettato di legge, rappresenta un paradosso e una anomalia di cui tanto di parla ma per cui nessuno mostra la benché capacità di intervenire.
Di fronte ad una simile tragedia, pensavamo, era inutile parlare di Tabella H, però, riflettendo sugli eventi, ci ha assalito una voglia, di gridare alla gente come, mentre un uomo perde la casa per soli 10.000 euro e, nella disperazione si dà fuoco, coloro che dovrebbero arginare e risolvere la crisi sono intenti a votare sì per spartire una torta di 24 milioni di euro. L’aspetto tragicomico della vicenda è che molti dei parlamentari che hanno votato a favore non hanno nessun interesse diretto, né territoriale né di contiguità politica con le associazioni e gli enti beneficiari di così spropositate elargizioni, nate e mantenute  nell’alveo della più spregevole e indegna politica assistenziale e clientelare.
Ma cosa c’è in questa benedetta Tabella H?
Di tutto, inspiegabilmente contributi a enti e associazioni assistenziali accanto alle più sconosciute associazioni culturali, sostegni, almeno sulla carta, indispensabili e inderogabili, messi insieme alle più improbabili attività culturali.
Si passa dai  milioni destinati alle strutture associative che si occupano di ciechi e sordomuti  alle organizzazioni assistenziali per malati terminali e invalidi civili, passando per le associazioni a favore di emarginati ed emigrati, comprendendo anche importanti strutture di ricerca nel campo sanitario, a cui, però sono destinate poche migliaia di euro. Tutto in unico calderone, senza una logica apparente e senza una plausibile spiegazione, sono insieme importanti e grosse strutture a livello regionale accanto alla singola associazione, emanazione locale di una associazione nazionale, di uno sperduto paese della Sicilia. Giustamente il Commissario dello Stato si chiede: “quali sono i criteri selettivi e discriminatori verso identiche realtà di altre parti dell’isola?”
E come mai, ci chiediamo noi, contributi, apparentemente importanti, per strutture sanitarie, non vanno comprese nei bilanci e nei programmi dell’Assessorato alla Sanità?
Cosa ci fanno insieme i lauti contributi per lo sport (dai 3 milioni e settecentomila € per il potenziamento delle attività sportive isolane ai 373.000€ per le società sportive professionistiche di serie A per finire ai 125.00 € destinati, nelle intenzioni, a una sola società di Catania) accanto a benefici economici per consorzi agrari e associazioni dei consorzi di bonifica?
Ma la parte del leone, in una nazione e in una isola che affondano le radici nell’origine della cultura, è riservata alle elargizioni destinate a enti e associazioni che si occupano di mantenere elevato il livello culturale dei siciliani. Quasi 10 milioni riservati all’elevazione intellettuale della gente della Trinacria, per quanti non avessero ancora goduto di spruzzi di questa inondazione di cultura parliamo di qualcosa come 20 miliardi delle vecchie lire che, spesso, danno meglio l’idea di cosa stiamo parlando.
Non è che siamo come Tremonti che arrivò a dire che con la cultura non si mangia, ma mentre ci possiamo inchinare al sociale, allo sport, a tutto ciò che ruota nell’ambito sanitario, non riusciamo a spremere la mente per il diluvio di somme che scroscia in favore di accademie, enti, istituzioni ed associazioni culturali e scientifiche,  associazioni concertistiche, che hanno sede in Sicilia, attenzione però, scelte per le finalità di carattere culturale, artistico e scientifico di particolare rilevanza.
Le sigle, gli acronimi, le ragioni sociali più complicati per il diluvio di fondi che, naturalmente, come ogni buona perturbazione atmosferica, fanno cadere gocce anche lontano dall’epicentro del vortice climatico, così che abbiamo istituti, fondazioni, associazioni e accademie di paese che vengono considerati come istituti universitari americani, con elargizioni a doppia e tripla cifra, ben 82 beneficiari compresi nell’originaria tabella che, si spera, vedrà rivisto questo perverso sistema di assegnazioni di fondi pubblici.
Non vogliamo fare torto a nessuno e non citeremo alcun ente o associazione né alcun campo di interesse culturale, ma, come potreste rendervi conto leggendo analiticamente la tabella disaggregata per settori, il solo elenco si rileverebbe, per Crozza, necessario di una puntata speciale.

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