Negli ospedali della provincia di Ragusa si sta verificando una vera e propria fuga di medici, con dimissioni sempre più frequenti che stanno lasciando interi reparti sguarniti. La sanità pubblica iblea rischia, almeno in alcuni reparti, il collasso, schiacciata dalla carenza di personale e da condizioni di lavoro ormai insostenibili. Un problema che in verità […]
MONSIGNOR CARMELO FERRARO AL CENTRO SOCIALE TERZA PRIMAVERA
26 Dic 2011 09:32
Cos’è la prima cosa del Vangelo? Si domanda e ci domanda Mons. Ferraro nella conferenza tenuta nel Centro Sociale “Terza Primavera”, venerdì 23 Dicembre 2011, non è l’amore ma è il Padre Celeste.
Che cosa vede chi corre verso il Natale? Con quali occhi guarda? Quali le attese?
Ci ricorda del consumismo e ci chiede: ”quale senso ha essere cristiani in occidente”?
Ma vediamo di capire di cosa ha parlato Mons. Ferraro nella sua relazione dal titolo “Natale nel Signore:Tutto questo per me”.
Monsignore ha parlato del Natale, di un Natale commerciale dove c’è di tutto tranne Gesù. E allora la domanda è semplice …” Comprendiamo il Natale?” Qual è il regalo che ogni anno mi viene dato? Che regalo mi aspetto dai miei familiari, dai miei amici? Ci ha risposto e si è risposto a sua volta, Gesù è il più grande regalo.
Ed ha continuato dicendoci che per poter capire il Natale, bisogna comprendere l’essenziale, l’intimo delle cose e del pensiero, Gesù va letto continuamente. Ha parlato del progetto del Padre Celeste, del rapporto tra Gesù e il Padre e del perchè Gesù è venuto tra di noi a rivelare il progetto del Padre.
I destinatari privilegiati di questo progetto, è stato chiaro, siamo noi. Tutti noi.
Noi tutti che siamo suoi figli, quindi figli dello stesso padre. Noi ..la Divina figliolanza. Noi … figli adottati. Quindi? Quindi uomini su questa terra fratelli fra di loro, testimoni assoluti di fratellanza.
Mons. Ferraro, prendendo spunto dal concetto della fratellanza, si è calato abilmente nella realtà odierna, nel mondo della globalizzazione. Dove esistono popoli che si spostano da territori dove sono stati sospesi i diritti democratici, in territori dove i diritti sono garantiti; sono questi i rifugiati politici: persone che, non per loro volontà, si spostano momentaneamente su altri territori in attesa che nei loro luoghi di origine ritorni la democrazia. Alloro bisogna dare risposte e quale migliore risposta se non quella del progetto di Dio Padre: la Fratellanza.
Mons. Ferraro ha citato il codice delle Nazioni Unite … “::dovere è accogliere tutti i rifugiati politici. …”. L’Italia è una nazione che aderisce ai trattati delle Nazioni Unite e pertanto deve accogliere i rifugiati politici e non trattarli come reietti della società.
Accogliere quindi. Il migrante,il meno abbiente, accogliere se stessi nella malattia, tutto questo significa accogliere Dio.
Oggi per alcuni versi siamo lontani da ciò. Sembra che la fede sia rivolta a Dio lontano, presente solo nell’alto dei cieli, in un regno etereo. Invece Accogliere è voce del verbo amare e dove c’è amore c’è Dio è proprio là che Dio si presenta.
Il Natale è una storia di accoglienza. Noi tutti siamo vivi grazie all’accoglienza di una donna, di una madre, di un matrimonio (… io accolgo te …). Accogliere voce del verbo amare, voce del verbo vivere.
Il teologo protestante Paul Tillech sosteneva che la fede cristiana, in radice è accogliere l’Accoglienza di Dio. Via per diventare noi stessi accoglienti.
E’ d’obbligo , a questo punto guardare la Bibbia, al Vangelo di Luca. E’ esplicito. Maria, prima è entrata nel mondo dell’amore, e dopo è stata matura per il mondo di Dio ed ha potuto accogliere l’angelo e un figlio del Padre impossibile da avere secondo le leggi del genere umano.
Anche il vangelo di Matteo è un altro “accogliere”. “ Non temere Giuseppe di accoglierla nella tua casa, nel tuo cuore”.
Accogliere! Fammi pensare, accogliere è fare spazio perché l’altro cresca.
Eppure dice Mons. La prima cosa del Vangelo non è l’amore. E’ il Padre Celeste. Ecco cosa celebra il Natale. L’Eucaristia! il rito dell’amore irrevocato tra Dio e l’umanità: io accolgo te.
Un Dio nasce nella carne, un uomo nasce in Dio.
Sant’Antonio scrisse: “grazie a te Vergine gloriosa giacché per merito tuo Dio è venuto tra di noi”.
E Sant’Agostino. “Svegliati uomo! Perché Dio si è fatto uomo”.
In ultimo ci ha parlato della parola nel senso acustico del termine … è una rumore fatto con le labbra, credo non a caso poiché il Papa, di recente, ha ricordato che la via di Dio è quella del silenzio. Com’è possibile, infatti, gustare il mistero della nascita di Gesù nel chiasso?
E allora, forse in un periodo così delicato, è bene fermarsi, tacere, ricercare quel silenzio che ci conduce a Dio, per ritrovare la forza e la speranza che non tutto è perduto.
E’ nato di nuovo per noi un bambino a Betlemme e questo deve essere motivo di fiducia per le sorti del mondo.
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