Fuga dei medici dagli ospedali iblei. E a Vittoria i feriti con traumi vengono dirottati a Ragusa

Negli ospedali della provincia di Ragusa si sta verificando una vera e propria fuga di medici, con dimissioni sempre più frequenti che stanno lasciando interi reparti sguarniti. La sanità pubblica iblea rischia, almeno in alcuni reparti, il collasso, schiacciata dalla carenza di personale e da condizioni di lavoro ormai insostenibili. Un problema che in verità riguarda un po’ tutta la sanità italiana.

Il fenomeno della fuga dei medici non riguarda solo la provincia di Ragusa, ma la Sicilia e anche buona parte dell’Italia, dove sempre più professionisti scelgono di lasciare gli ospedali pubblici per passare al settore privato o lavorare fuori regione. Le condizioni economiche e lavorative più vantaggiose offerte dal privato, unite alla crescente pressione nei reparti pubblici, stanno rendendo il Servizio Sanitario Nazionale sempre meno attrattivo per i nuovi specialisti.

Uno dei casi più emblematici è quello dell’ospedale Guzzardi di Vittoria, dove il reparto di Ortopedia ha “perso” cinque medici in appena cinque mesi. Oggi, nell’unità guidata dal dottor Cammarata, restano in servizio solo il primario e un altro medico. Per tamponare l’emergenza, l’ASP ha trasferito tutta l’attività ortopedica d’urgenza all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, affidandola al personale già in servizio e a specializzandi, che però non possono lavorare in autonomia senza la supervisione di un tutor. Questa soluzione temporanea non fa che aggravare il sovraccarico di lavoro su un sistema ospedaliero già in sofferenza. Problemi anche al reparto di Medicina di Vittoria dove anche qui sono “scappati” vari medici con un reparto rimasto sguarnito. Per gli interventi programmati sembra addirittura che ci sia la direttiva che prevede lo spostamento di medici in servizio negli altri ospedali iblei, in particolare Ragusa, direttamente su Vittoria per poterli espletare. Le urgenze si fanno a Ragusa.

Al microfono di Francesca Cabibbo il direttore sanitario dell’Asp, Sara Lanza, spiega le difficoltà del momento. “La situazione di Ortopedia a Vittoria è di oggettiva difficoltà. I medici in servizio erano in numero inferiore rispetto al previsto, l’organico era già carente ed erano sottoposti a turni massacranti. Tre medici hanno scelto di accettare l’offerta proveniente da altre strutture e oggi lavorano altrove. Un quarto medico ha fatto scelte professionali diverse e sta seguendo un’altra specialistica.

In queste condizioni, con due soli medici in servizio, siamo stati costretti a spostare una parte dell’attività a Ragusa. A Vittoria resta la chirurgia d’elezione, gli interventi programmati e i piccoli traumi, mentre i politraumatizzati vengono trattati a Ragusa.

È una situazione di indubbia difficoltà, che interessa tutto il sistema sanitario, per la nota carenza di medici, in tutti i settori. Noi stiamo inserendo nell’organico quattro specializzandi (uno tra questi è già in servizio), ma questa non può essere la soluzione. Confermiamo che la situazione è di oggettiva difficoltà. E avevamo già informato la stampa della situazione che si è verificata”.

Problemi cronici a Modica

Il Pronto Soccorso di Modica è un altro esempio della crisi in atto. Con un organico ridotto al minimo, i medici rimasti sono costretti a turni massacranti, soprattutto nelle ore notturne, con il rischio concreto di errori clinici dovuti alla stanchezza e allo stress. Nonostante gli sforzi della direzione sanitaria, il problema resta irrisolto, e la possibilità di ulteriori dimissioni è sempre più concreta.

Questa situazione si inserisce in un quadro più ampio di progressivo svuotamento della sanità pubblica.

Le soluzioni finora adottate non sono riuscite a invertire la tendenza. I concorsi banditi dalle ASP negli ultimi anni non hanno portato a risultati significativi: i pochi medici disponibili preferiscono rimanere nei Policlinici universitari o accettare offerte più vantaggiose altrove. Intanto, il personale rimasto negli ospedali pubblici è costretto a gestire turni sempre più pesanti, con conseguenze devastanti sul benessere dei lavoratori e sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.

Di fronte a questa emergenza, amministratori locali e rappresentanti politici hanno lanciato l’allarme. Il sindaco di Pozzallo ha denunciato le condizioni insostenibili del Pronto Soccorso di Modica, mentre esponenti del Movimento 5 Stelle, l’on. Stefania Campo e il coordinatore provinciale Federico Piccitto, hanno evidenziato la situazione critica del reparto di Ortopedia a Vittoria, chiedendo alla Regione di intervenire con misure concrete per fermare la fuga di medici e garantire un futuro alla sanità pubblica.

Intanto, su un altro fronte, l’ASP di Ragusa ha rilasciato una nota per chiarire la propria posizione in merito a una recente segnalazione sulla mancata effettuazione di una tomoscintigrafia cerebrale presso l’ospedale Giovanni Paolo II. L’azienda ha precisato che l’esame in questione era stato prescritto per una diagnosi di “perdita di memoria” e non aveva alcun nesso con patologie tumorali, come invece erroneamente riportato. Inoltre, ha spiegato che il radiofarmaco necessario per questo tipo di accertamento proviene dal Nord Europa e che l’ospedale non esegue tomoscintigrafie di tipo oncologico. Infine, l’ASP ha annunciato di riservarsi eventuali azioni contro chi ha diffuso informazioni inesatte, provocando allarmismi ingiustificati.

Tuttavia, la questione centrale resta irrisolta: senza un intervento immediato per fermare l’emorragia di medici dagli ospedali pubblici, il rischio è quello di un progressivo smantellamento del servizio sanitario locale, con gravi conseguenze per i cittadini che potrebbero trovarsi senza un’assistenza adeguata nei prossimi anni. foto di repertorio

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