Modica e il ritorno del dibattito politico: lo scontro tra la Monisteri e gli “abbatiani”

La politica modicana sta vivendo un momento tutto particolare segnato da una tensione crescente tra la sindaca Maria Monisteri e i consiglieri fedeli all’ex sindaco Ignazio Abbate. Dopo la dichiarazione di dissesto finanziario, che ha avuto l’effetto di un terremoto su Palazzo San Domenico, era prevedibile che si aprisse una fase di forte conflittualità istituzionale. E così è stato. I dodici consiglieri rimasti fedeli alla linea politica di Abbate, guidati direttamente dall’ex primo cittadino, hanno dato il via a un’offensiva politica serrata nei confronti della Monisteri, incalzandola su ogni decisione amministrativa e istituzionale. Ciò che oggi appare eccezionale – un dibattito consiliare acceso, interrogazioni consiliari, confronto serrato sulle scelte amministrative – non lo sarebbe in una normale dialettica democratica. Eppure, per molti cittadini di Modica, è una novità quasi dimenticata. Durante l’era Abbate, infatti, il consiglio comunale ha vissuto una fase di sostanziale appiattimento: con una opposizione ridotta al minimo e una gestione fortemente accentrata nelle mani del sindaco, il confronto politico era stato quasi del tutto messo in secondo piano. Oggi, con la fine di quel modello amministrativo, si torna a una dialettica più aspra, con una frattura netta tra chi sostiene l’attuale amministrazione e chi, pur essendo stato fino a poco tempo fa parte integrante della maggioranza, ora si comporta come la più dura delle opposizioni.

Il fronte degli “abbatiani”: critiche e attacchi alla sindaca

A guidare la contestazione contro la Monisteri sono come dicevamo, i 12 consiglieri rimasti fedeli ad Abbate, che negli ultimi mesi, hanno mostrato apertamente il loro dissenso verso la sindaca. Tra loro anche un ex amministratore, l’ assessore e vicesindaco Belluardo, che ha affidato ai social ed ad una nota stampa un lungo sfogo in cui ha raccontato il proprio percorso politico e le ragioni della sua rottura con la Monisteri. In un messaggio rivolto ai cittadini, Belluardo ha lamentato di essere stato estromesso dalla giunta per meri calcoli politici e non per motivazioni amministrative, accusando la sindaca di aver adottato un metodo di gestione basato su “epurazioni” piuttosto che sulla meritocrazia. Parallelamente, i dodici consiglieri fedeli ad Abbate hanno pubblicato una dura nota in cui denunciano quello che definiscono un “inciucio” tra la Monisteri e il Partito Democratico. Secondo loro, il recente voto in consiglio comunale e il ringraziamento della sindaca al PD per il supporto sulla vicenda Creset rappresentano un chiaro segnale di un accordo politico già siglato. Il gruppo abbatiano accusa la sindaca di aver tradito il suo progetto politico originario e di aver preferito costruire nuove alleanze piuttosto che rimanere fedele alla sua base elettorale.

La Monisteri e la sfida della leadership solitaria

Dal canto suo, la sindaca Monisteri non sembra intenzionata a farsi intimidire. Consapevole della fragilità dei suoi numeri in consiglio, ha comunque deciso di proseguire per la sua strada, probabilmente convinta che la rottura con il passato sia necessaria per costruire un nuovo equilibrio politico. La sua strategia sembra essere quella di resistere agli attacchi, portare avanti il proprio programma amministrativo e dimostrare che la città può essere governata anche senza l’ingombrante ombra di Abbate.

Tuttavia, la situazione resta delicata. Se il fronte degli abbatiani continuerà, come è certo che sia, a incalzare l’amministrazione con un’opposizione serrata, la Monisteri potrebbe trovarsi costretta a cercare ulteriori sponde politiche, aprendo di fatto la strada a nuove alleanze stavolta ufficiali. La storia politica insegna che le rotture spesso portano a nuove configurazioni di potere, e nel caso di Modica il gioco potrebbe essere appena iniziato. E’ politica, si sa, la politica è sempre piena di colpi di scena.

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