MICCICHE’ O ALFANO? CASTIGLIONE O PRESTIGIACOMO?

In una mirabile pagina del quotidiano La Sicilia, dedicata a Ibla, Giuseppe Fava parlava dei nobili ragusani che, seduti davanti al circolo, sembravano avulsi da tutto quello che accedeva dietro di loro, oltre le montagne.

Stessa immagine di ha dei notabili del partito di Berlusconi, del Partito della Libertà o di Forza Italia che dir si voglia, o meglio di quello che resta dei fasti che portarono al famoso 61 a 0: da Milano a Palermo e Catania è un susseguirsi di contatti, riunioni, articoli di giornale dove si delineano le posizioni, vicine e lontane da Berlusconi. Da notare che in nessun altra regione ci sono preoccupazioni di questo tipo, non c’è un articolo che parli di dissidenti in Liguria o in Puglia. Ci sono solo ministri di diversa estrazione geografica che ritengono, dopo gli insegnamenti della tata, di poter camminare da soli, dopo aver gattonato sui tappeti di Villa San Martino e di palazzo Grazioli. Che si tireranno indietro qualche fedelissimo, ma non spaventano.

In Sicilia, invece c’è l’allarme generale: ad aver premuto il bottone rosso dell’emergenza, forse consigliato dal suocero, Giuseppe Castiglione, a cui incautamente il nostro Iano Gurrieri, venerdì mattino, ha chiesto della Ragusa Catania e dell’aeroporto, ha parlato delle solite sinergie, ma non ha chiesto come andavano le questioni con il Cavaliere: comprensibile considerati i problemi del Megafono, ma, perbacco, gli azzurri del ragusano, anche se pochi, meritavano qualche anticipazione.

La spaccatura nel PDL siciliano non nasce dall’ultima intimazione di dimissioni del Cavaliere, ma risale ormai a due settimane fa, quando proprio Giuseppe Castiglione in Firrarello, attuale sottosegretario alle politiche agricole del governo Letta e coordinatore del Pdl nell’isola, in un fuori onda di quelli che sanno di consapevole diretta, accreditava l’idea che una parte del partito di Berlusconi si stia preparando a migrare altrove, abbandonando i comodi lidi berlusconiani, ma anche la fase di difficile trasformazione che prelude alla rinascita di Forza Italia. E conoscendo i rapporti di Castiglione con Alfano, che addirittura sarebbe, da buon democristiano d’annata, l’ispiratore della fronda, in quanto emarginato dai falchi del partito, si fa presto a tirare le somme.

Che sono quelle di una nuova forma di Democrazia Cristiana a cui sta lavorando il leader dell’Udc Casini, che ha parlato, apertamente della possibilità di costituire un nuovo soggetto moderato, assieme agli attuali alleati di Scelta Civica ed a “quanti nel Pdl non condividono il ritorno a Forza Italia”.

Resta l’incognita sul futuro del Pdl, o meglio di Forza Italia, in Sicilia dal momento che tra i parlamentari chiacchierati sembrano essere arruolati anche i big del consenso: dallo stesso Castiglione a Scoma, da Misuraca ai fedelissimi di Alfano.

A Berlusconi non resterebbe che rifondare il partito affidandosi all’esperto di incrollabile fede berlusconiana e profondo conoscitore delle cose siciliane, l’autore  del 61 a 0, il nemico giurato di quelli che ora sono i transfughi.

A livello nazionale si contrappongono le ‘colombe’, i moderati, Gianni Letta, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliarella, Fabrizio Cicchitto, Beatrice Lorenzin e Nunzia Di Girolamo.

I ‘falchi’ sono capitanati da Daniela Santanchè, Denis Verdini, Sandro Bondi, Daniele Capezzone, con  Mario Mantovani, Stefania Prestigiacomo, Michaela Biancofiore, Augusto Minzolini, Renata Polverini e Niccolò Ghedini che seguono a cavallo, armi in pugno.

Si aspetta una reazione delle truppe dislocate sul territorio (con la T minuscola): preverranno i moderati, popolari e vicini alle posizioni di Lupi, Quagliarello ed Alfano, o l’area “di destra”, guidata dalla Santanché? In Sicilia, per esempio, è guerra, fra Stefania Prestigiacomo e Gianfranco Miccichè da una parte, Giuseppe Castiglione e gli amici di Alfano dall’altra.

C’è spazio a volontà per posizionarsi fra falchi e colombe, fra pidiellini e forzisti.

Ai poveri azzurri ragusani, invece, non è dato sapere, quale bandiera dovremo issare sul balcone di una ipotetica nuova sede di partito. Abbiamo fatto godere delle mirabilie dell’agroalimentare ibleo sia a Miccichè che ad Alfano, cioccolato modicano e caciocavallo ragusano per entrambi, olio extravergine di oliva DOP Monti Iblei, sottozona Frigintini e Cerasuolo DOCG per entrambi, anche  Castiglione, di recente ha potuto percepire i profumi grevi dell’agroalimentare locale, naturalmente disdegnati dalla eterea Prestigiacomo.

Ma di sapere sotto quale tenda ripararsi per quei pochi rimasti fedeli al partito degli azzurri, nemmeno se ne parla. Come sarebbe bello vedere almeno un nome sui giornali regionali, ci illuderemmo di contare ancora qualcosa ! Invece siamo occupati a recuperare transfughi per cercare di rimettere in piedi un partito nuovo, o quasi.

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