È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ITALIA E LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN MATERIA DI SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE
18 Giu 2013 05:04
L’Italia affronta l’argomento povertà e sfruttamento del lavoro minorile nei paesi del terzo mondo avviando percorsi di Cooperazione internazionale. Una delle azioni italiane sul piano internazionale, avvalendosi del contributo della nostra Cooperazione, si impegna a:
• destinare significative risorse della Cooperazione alla promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza adottando linee guida che meglio recepiscano gli obiettivi fissati nelle recenti conferenze internazionali;.
• assistere i Paesi attivamente coinvolti nell’eliminazione del fenomeno con ricorso a un approccio integrato per arginare la povertà, insistendo sulle attività di formazione e educazione di base in particolare per le donne, bambine e bambini in circostanze difficili:
• “adottare” un Paese seriamente impegnato nello sconfiggere la piaga del lavoro minorile attraverso accordi bilaterali.
Tale progetto dovrà consistere nella creazione di iniziative concrete per allontanare i minori dal lavoro, attraverso alternative di formazione professionale e studio. Sarà una. “micro-iniziativa”, ma potrà avere valore esemplare e perciò significativo.
L’Italia contrasta lo sfruttamento del lavoro minorile rientra nel Piano d’Azione per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza.
In tal modo si potranno affrontare contestualmente i problemi della dispersione scolastica, dell’educazione alla salute per la prevenzione della tossicodipendenza, dell’immigrazione, dello sfruttamento minorile, degli abusi dei minori, della microcriminalità. Questi interventi convergono nel rilancio della scuola come centro di promozione culturale e sociale nel territorio, determinante per assicurare la convivenza civile e il tessuto democratico.
L’obiettivo cui vogliamo tendere è che nessun ragazzo si perda, che si investa sulle potenzialità di ciascuno, che cresca la stima nei confronti della scuola e se ne percepisca il valore sociale e civile…..
Il Ministero della Pubblica Istruzione assume l’impegno delle seguenti specifiche azioni, nell’immediato e a partire dall’anno scolastico 1998/99:
• promuovere per insegnanti e dirigenti iniziative di formazione sulle problematiche del disagio e dell’abbandono scolastico che aiutino a ripensare i contenuti, i metodi, l’organizzazione della didattica, in relazione ai bisogni profondi dell’infanzia e dell’adolescenza;
• introdurre attività aggiuntive in grado di interessare gli alunni, aiutando quelli maggiormente in difficoltà a superare il senso di estraneità e di dolore che spesso caratterizza la loro esperienza scolastica, predisponendoli all’insuccesso, alla svalutazione di sé, all’abbandono definitivo;
• prevedere forme flessibili di rientro a scuola nei casi di lavoro minorile;
• gestire l’anagrafe scolastica e il monitoraggio delle frequenze in modo che vengano segnalati con tempestività non solo gli abbandoni, ma le situazioni a rischio, così da consentire, in accordo con altri soggetti istituzionali e del privato sociale, opportuni interventi anche preventivi;
• aprire la scuola alla cultura del lavoro, rendendo il lavoro una componente dell’esperienza formativa, offrendo ai giovani informazioni sulle opportunità professionali che si potranno presentare loro. Le imprese possono essere chiamate a partecipare a questo processo di indirizzo mediante esperienze lavorative infrascolastiche e stage formativi, strumenti utili a mettere in contatto il giovane con il mondo del lavoro. La scuola e le organizzazioni datoriali potranno identificare “percorsi di conoscenza” da proporre alle imprese che aderiranno a questo programma.
• coinvolgere le famiglie, anche attraverso la formazione dei genitori, favorendo la crescita di consapevolezza dei problemi, la partecipazione alla vita della scuola, l’assunzione di responsabilità anche nella vigilanza.
• prevedere “contratti” con le famiglie degli alunni in situazione di abbandono scolastico, con forme di incentivi/sanzioni volte a favorire il rientro a scuola degli alunni non più frequentanti.
Ci si rivolge agli Enti locali perché applichino la legge 285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, dotando il proprio territorio di un programma concreto a favore dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il Governo con gli Enti locali, si impegna a promuovere programmi contro la povertà e l’esclusione sociale utilizzandola legge 285 del 28 agosto 1997 e lo strumento del reddito minimo di inserimento.
Il Governo s’impegna a:
• sostenere le famiglie bisognose nel far studiare i propri figli attraverso le politiche di diritto allo studio, prevedendo anche detrazioni fiscali per le spese scolastiche;
• costruire con l’apporto degli enti locali, una rete di servizi – anche rilanciando l’azione dei consultori attraverso la loro riqualificazione – che sostenga la funzione educativa della famiglia favorendo il dialogo e il reciproco aiuto tra le famiglie stesse.
• applicare le leggi in materia di lavoro minorile e rafforzare nonché coordinare gli interventi ispettivi e repressivi. In questo senso è necessaria una iniziativa mirata, straordinaria, concordata tra tutte le istituzioni a ciò deputate
Il Tavolo di concertazione tra il Governo e le parti sociali si impegna, in considerazione dell’interesse superiore dell’infanzia a realizzare tavoli di concertazione a livello locale per debellare ogni forma di sfruttamento della manodopera minorile.
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