L’ISTITUTO E. MAJORANA PRESENTA: “LEGALI AL SUD” – UN PROGETTO PER LEGALITÀ IN OGNI SCUOLA

’Istituto Tecnico Industriale Ettore Majorana presenterà giorno 25 Marzo alle ore 9:00 la programmazione relativa ai fondi strutturali europei 2007/2013.

L’iniziativa, denominata “Legali al Sud” – un progetto per la legalità in ogni scuola” -ha come obbiettivo quello di migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani in tale ambito; una parte dell’iniziativa sarà dedicata a “Interventi sulla legalità, i diritti umani, l’educazione ambientale e interculturale attraverso modalità di apprendimento informale del Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo Sviluppo” – 2007IT051PO007 – finanziato dal Fondo Sociale Europeo 2010/2011.

Abbiamo intervistato il professore Griggio – responsabile del progetto – e gli abbiamo rivolto alcune domande su uno degli argomenti più “scomodi” all’Italia: “la legalità”.

Prof. Griggio, cosa significa secondo Lei educare i giovani alla legalità?

« Con il termine legalità non intendo l’osservanza, stricte dictu, delle leggi, ma uno stile di vita. Educare alla legalità significa educare i giovani a nuovi stili di vita, alla giustizia, alla solidarietà, alla sobrietà (essenzialità); vuol dire educarli a essere uomini liberi che sappiano fare delle scelte coraggiose, coerenti e moralmente giuste; significa infine sentirsi cittadini e cioè profondamente legati alla comunità in cui si vive».

Secondo Lei è più difficile essere legali al Sud rispetto al Nord?

« Non è una questione di nord o di sud. Certo, è vero che la difficoltà ad essere legali è maggiore negli ambienti in cui vige l’omertà, il “non vedo”, il “non sento” e il “non parlo” e negli ambienti in cui anche la tua famiglia ti scoraggia nelle scelte e ti dice: “ma chi te lo fa fare?” Ma la difficoltà maggiore, al nord come al sud, è la mentalità vecchia, il vecchio uomo che è difficile scardinare per abbracciare un nuovo modo di vivere e costruire una società più giusta, legale e solidale».

Legalità per Lei è sinonimo di giustizia?

« La legalità va coniugata con altri due concetti: giustizia e solidarietà. La legalità, come dice Don Ciotti, è lo “strumento della giustizia, quello che dà forza ai più deboli”. La solidarietà (non l’elemosina) dà luce nel suo cammino alla giustizia».

Se una legge non rappresenta tutti, anzi, è solo a favore di pochi, secondo Lei, un cittadino ha il diritto a non rispettarla? In questo caso che tipo di “legalità” si spiega ai giovani?

« La questione non è se la legge è a favore di pochi o di molti, ma se la legge è giusta o ingiusta secondo il sentire non solo personale, ma della comunità tutta. Tipico esempio le leggi razziali del 1938: erano leggi dello stato che non andavano, né dovevano essere osservate. Nel 1954 l’Abbè Pierre, apostolo dei senza tetto parigini, affermò che la legge sugli sfratti approvata dal parlamento francese era ingiusta e quindi illegale perché gettava in mezzo alla strada tantissima gente perciò non andava rispettata».

Qual’è, secondo Lei, il criterio che stabilisce che una cosa è legale e un’altra no?

«Un’azione, una legge, secondo me, è legale se risponde al criterio di giustizia e solidarietà».

 

 

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