LISTINO PREZZI MERCATI: VITTORIA GRANDE ASSENTE

Il degrado delle attività produttive e soprattutto commerciali nella zona Ipparina in riferimento al funzionamento del grande (una volta!) mercato di Vittoria è ormai una triste realtà che fa discutere tutti: Parti politiche, pubblica amministrazione, associazioni di categoria e dei produttori agricoli , consorzi di produttori e cooperative di commercializzazione si rimpallano le responsabilità del degrado attribuendole a questo ed a quello, all’uno o all’altro.

Una cosa è certa: il declino è in atto e lo si può vedere anche da piccoli-grandi sintomi nel quadro generale della situazione italiana. Per esempio: Sul sito dell’ Osservatorio dei prezzi del Ministero della sviluppo economico sono riportate le quotazioni dei prodotti stagionali ortofrutticoli di una ventina di mercati di grandi e gandissime dimensioni fra cui abbiamo visto con grande piacere anche Vittoria. Ma al momento di leggere le quotazioni di prodotti decisamente stagionali e quindi di attualissima produzione Vittoria è zero, zero, zero; cioè Vittoria è “morta”. Non sappiamo se sono le strutture amministrative a dimenticare i compiti importantissimi di informazione o di presenza o ci sia qualche altra cosa che determina il degrado. Fatto si è che una delle più grandi strutture produttive e commerciali del Meridione d’Italia è ridotta male.

La cosa da fare sarebbe subito  coalizzarsi e far si che Sindaco, Comune, Provincia, Camera di Commercio, Forze politiche, di  Maggioranza, di Opposizione, Produttori, Trasportatori, Commercianti, Contadini, Mezzadri e chi più ne ha più ne metta, rivitalizzassero, ciascuno per la propria competenza, questo mercato dando quindi respiro ad un settore dell’economia importante ma in disarmo. Al punto tale che il ciliegino, i limoni di Sicilia, le mozzarelle dell’altopiano ibleo provenienti rispettivamente dalla Tunisia, dall’Argentina e dalla Lituania vengono regolarmente venduti da noi, magari con violazione di legge perché viene configurata quanto meno la frode. Ma probabilmente siamo degli utopisti nel credere che tutti possano lavorare per il bene del nostro territorio. (Franco Portelli)

 

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