L’EMERGENZA DEL CORNO D’AFRICA

Sono ben 13 milioni di persone quelle coinvolte nella tragedia umanitaria che sta devastando il corno d’Africa. In kenya, Etiopia Somalia e Gibuti da tempo un mix di guerre a carestia sta letteralmente causando la morte per fame di intere popolazioni e soprattutto di donne e bambini.

Un summit convocato in emergenza alla FAO a fine luglio ha ribadito che servono almeno 120 milioni di dollari per far fronte all’emergenza e 1,6 miliardi di dollari per i prossimi 12 mesi.

Per far fronte a questa emergenza le Caritas del Kenya, Etiopia, Somalia e Gibuti, i paesi più colpiti dalla crisi, hanno proposto a Caritas Italiana e alla rete delle Caritas del mondo i loro piani di intervento che offrirebbero aiuto complessivamente a 300.000 persone, per lo più alle fasce vulnerabili della popolazione come bambini, donne, anziani, malati e disabili.

I piani, che si articolano in 20 diocesi dei 4 paesi, prevedono sia aiuti d’urgenza nell’ambito dell’assistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di un’autonoma capacità di reddito delle persone e rendendole così meno vulnerabili per il futuro.

In particolare gli ambiti di intervento principali previsti sono assistenza nutrizionale e sanitaria, approvvigionamento e conservazione dell’acqua e sostegno alla ripresa dell’allevamento e dell’agricoltura.

Bisogna ricordare che già dai primi di Luglio Caritas Italiana segue con attenzione l’evolversi dell’emergenza ed è in costante contatto con le Caritas coinvolte per il coordinamento complessivo dell’azione nell’area. Anche in risposta agli accorati inviti del Papa la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione un milione di euro e ha indetto una colletta nazionale comunicando che domenica 18 settembre 2011 in tutte le chiese d’Italia si terrà una raccolta straordinaria a sostegno delle iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas Italiana.

Caritas Italiana per il 18 settembre ha quindi lanciato una campagna dal titolo “Fame di pane e di futuro” proprio per sottolineare la necessità di coniugare aiuti di urgenza e di lungo periodo per aiutare le popolazioni colpite tragedia a costruire il proprio futuro.

 

 

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