LE POLEMICHE PER GLI ANIMALI IN CONDOMINIO NON CESSANO

Torna all’attacco la SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici), esortando la COmmissione Giustizia del Senato a correggere ” l’errore ” fatto dalla Camera.
L’accusa è di aver fatto … confusione.
La SIVAE insiste del definire “domestico” come “terminologia impropria e ridicola che rende vietabile il criceto, ammissibile la capra” in quanto “La definizione ‘domestico’ non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l’uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall’ancestrale selvatico. In questo senso sono sì ‘domestici’ il cane ed il gatto, ma lo sono anche l’asino e la capra che senz’altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento. Viceversa un criceto si è appena incamminato sulla strada della domesticazione e rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici”.
Viene anche ribadito da uno degli esperti SIVAE (il dr.A.Melillo) che “Con animali esotici si intende in veterinaria tutti quelli che non sono cani, gatti e animali da fattoria. Dalla riforma rimangono fuori tanti animali innocui, dai criceti al canarino, passando per la cocorita. Un’iguana, alcune specie di serpenti, un geco, oltre a essere assolutamente privi di elementi di nocività, sono più adatti alla vita condominiale rispetto a un San Bernardo o un Rottweiler. Persino un gatto, lasciato libero di vagare, frequenta le zone comuni di un condominio e può dare fastidio. Al contrario, posso tenere un porcellino d’India per 10 anni e il mio vicino non lo scoprirebbe mai. Con “esotico” il legislatore si immagina la tigre in salotto. Ma esiste già un regolamento per gli animali pericolosi”.
A questo punto viene chiesto di sentire assolutamente un parere qualificato da un tecnico-veterinario, perchè “Non si può mettere sullo stesso piano una bambina che possiede un coniglietto e un trafficante di serpenti”.

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