L’ALTRO VOLTO DELLA SICILIA E DELL’ITALIA

 “Questa è un’altra Sicilia rispetto a quella che, nell’inizio della ricostruzione, sta venendo all’Aquila per fare affari con il volto della mafia e che ci impegna a vigilare. Questa è la Sicilia che viene per testimoniare la fraternità e che ci sostiene, ci aiuta a non far diventare il dramma di una ricostruzione lentissima motivo di disperazione” – così alcuni amici di Paganica, frazione dell’Aquila con cui la diocesi di Noto – su iniziativa della Caritas – si è gemellata dopo il drammatico terremoto del 2009, hanno esplicitato il senso di un’amicizia diventata costante tra le parrocchie di San Pietro di Modica e Maria Assunta di Paganica.  Parrocchie che dal 9 al 12 agosto si sono incontrate a Castagneto d’Abruzzo per riflettere sull’esodo e su ciò che può significare ancora oggi un cammino di liberazione. La riflessione è stata guidata dai parroci delle due parrocchie, don Dionisio Humberto Rodriguez e don Corrado Lorefice, e dal biblista don Gianni Carozza vice rettore del Seminario regionale di Abruzzo e Molise, ma si è subito trasformata in esperienza concreta di fraternità che ha portato a dire come così – nella condivisione semplice e sincera – si possono già anticipare tratti di storia nuova per il nostro Paese. Non solo l’altra Sicilia, ma anche l’altra Italia che incontrandosi si riconoscono attorno ai valori umani più autentici, e al tempo stesso la capacità della fede di alimentare questi valori nella misura in cui è ascolta di Dio, si obbedisce a Lui e si prende distanza dagli idoli del nostro tempo: il possesso, l’individualismo, il profitto a tutti i costi. C’è stato anche un momento bello di partecipazione alla sagra di un paese vicino, che mostra pure come si può fare festa nella semplicità e gioia dell’incontro. Un momento di grande commozione è stato l’incontro con le Clarisse di Paganica che, con la loro povertà gioiosa e il loro rimane (avendo perso tutto) con il terremoto in un piccolo monastero di legno, mostrano la bellezza dell’affidamento alla Provvidenza e raccontano il volto di un Dio che è misericordia. Con loro si è celebrata la memoria del beato don Puglisi pensando anche che, attraverso la loro preghiera e meditazione sul martirio di don Pino, potrà essere scritta un’icona del martire della nostra terra che aiuti a tenere vivo il senso della vita come vocazione e la chiara incompatibilità del Vangelo con ogni forma di mafia e di ingiustizia. Un’altra testimonianza forte è stata la fede di genitori che, pur avendo perso una propria figlia in giovanissima età, hanno mostrato come nella fede si vive una comunione dei santi che diventa attesa nella preghiera e nella carità dell’incontro definitivo che svelerà per tutti il disegno di amore di Dio che tutti vuole salvi. La percezione comune è stata che questi momenti possono essere vissuti e comunicati a tutti come il segno di una presenza di Dio che si mostra nella piccolezza ma anche nella concretezza di rapporti umani genuini. Che danno senso anche al riposo estivo come occasione per rinfrancarsi.

 

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