LA VIDEOSORVEGLIANZA C’È MA NON SORVEGLIA

I furti in azienda continuano a ripetersi con una certa ciclicità. Sale ancora più alta la tensione all’interno della zona industriale di Ragusa.  Si impone la necessità di puntare i riflettori sull’area produttiva della città  che rischia di rimanere abbandonata a se stessa.

Tutto questo, paradossalmente e inspiegabilmente, con un impianto di telesorveglianza che, seppur collaudato e consegnato, stenta ancora ad essere utilizzato.

Il presidente del parco commerciale “Isole Iblee”, Gianni Corallo, è consapevole dello sforzo profuso dalle forze dell’ordine per monitorare al meglio il vasto territorio ma sa che anche loro fanno i conti con problemi legati all’assenza di personale. Corallo, al momento non ritiene opportuno lanciare accuse per la mancanza di adeguati interventi e auspica, invece, un impegno comune per contribuire a debellare il triste fenomeno che espone al rischio, in un momento particolare di crisi, di dover assistere alla chiusura di qualche azienda stanca di questo stato di cose.

“Ecco, è questo quello che vogliamo evitare,  – sottolinea il presidente Corllo – , capiamo la crisi, capiamo le congiunture economiche internazionali, capiamo la necessità di vessare con tributi nazionali e locali le imprese ma essere costretti a battersi anche con la criminalità questo proprio no.

In uno Stato di diritto, in cui dovrebbero vigere determinate regole, non è comprensibile. Lanciamo l’ennesimo grido d’allarme, nella speranza che stavolta possa essere raccolto, quantomeno con riferimento all’attivazione del sistema di telesorveglianza che potrebbe già essere un ottimo deterrente per i malfattori. A fare riprendere economicamente le nostre aziende cercheremo di pensare noi”. 

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