LA VICENDA DELLE MODIFICHE AL SISTEMA DI ACCESSO ALLA PROFESSIONE DI GIORNALISTA

Caro Franco,

ho letto il tuo editoriale di ieri sulla possibile chiusura dell’elenco dei pubblicisti dall’albo dei giornalisti e l’accorata lettera di Roberta sui suoi sogni che s’infrangono nell’aspirazione di fare la giornalista, Mi chiedo: possibile che una non-notizia possa fare più ‘notizia’ di una notizia vera?

Subito la non notizia: non c’è nulla di deciso sulla chiusura dell’elenco dei pubblicisti. Quindi di quale autodenuncia parli e cosa c’azzecca l’articolo 21 della Costituzione? Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni sempre e non ci potrà essere alcuna norma che potrà inficiare un diritto costituzionalmente garantito. E allora la possibile novità dove sta? C’è solo il dl 138/2001 che prevede di rivedere gli ordinamenti professionali e di abrogare le norme vigenti sugli ordinamenti professionali in contrasto con i principi di cui al comma 5, lettere da a) a g), con effetto dalla data di entrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5 e, in ogni caso, dalla data del 13 agosto 2012

Tocca all’Ordine dei Giornalisti e quindi al Consiglio Nazionale avviare la riforma ordinistica. Un problema riguarda sicuramente i pubblicisti, ma non è l’unico problema. La chiusura dell’elenco dei pubblicisti è solo una proposta, avanzata dall’ex presidente dell’Ordine della Lombardia Franco Abruizzo e di tenerlo in vita ad esaurimento, mentre, un’altra proposta è quello di iscrivere d’ufficio nel registro dei praticanti chi fa questa professione. Perché il problema è proprio questo: chi fa questa professione ‘esclusivamente’ ha diritto di essere giornalista. Se il lavoro preminente del pubblicista è quello di avvocato, medico, vigile urbano o altro significa che fa un altro lavoro. Non credo che un giornalista chiederebbe agli altri ordini professionali di poter svolgere anche le mansioni di avvocato e di medico. Quindi non facciamo terrorismo a buon mercato soprattutto tra le nuove generazioni. Tra l’altro l’iscrizione all’elenco dei professionisti non è difficile come una volta. Anche i free lance possono iscriversi al registro dei praticanti e poi sostenere gli esami di idoneità professionale. Basta dimostrare di raggiungere un reddito lordo pari alla qualifica più bassa (redattore ordinario) del contratto di lavoro giornalistico ed avere un tutor e si può sostenere l’esame di idoneità professionale. Se Roberta Gurrieri aspira alla professione di giornalista è giusto che persegua sino alla fine il suo obiettivo. Anch’io alla sua età aspiravo a fare il giornalista e il mio sogno si è realizzato. Bisogna solo crederci, cara Roberta, confrontarsi sul mercato e dimostrarsi di essere all’altezza. La tua aspirazione, consentimi, non può essere quella di fare la pubblicista (perché come recita la legge sull’ordinamento della professione giornalistica n.69 del 1963 il pubblicista fa preminentemente un’altra professione, quindi non fa la professione che tu vorresti fare ovvero il giornalista) e/ la ‘corrispondente da Pisa’ di un giornale on line – che non è un incarico ma un eufemismo coniato dal tuo direttore perché non sei contrattualizzata per questo incarico ma solo una collaborazione occasionale per cominciare a scrivere – ma devi tendere alla professione. Frequentando una scuola di giornalismo riconosciuta dall’Ordine ti verrà certificato il praticantato oppure devi da free lance come in altri paesi europei intrattenere diversi rapporti di collaborazione che ti potranno far sbarcare il lunario. Il resto è pura demagogia. Quindi, per ora sogna ma poi atterra e le tue qualità sono sicuro ti faranno diventare concreta. E in questo caso il direttore Portelli potrà aiutarti in questa fase della concretezza.

 

 

p.s. Il mio intervento non ha la pretesa di essere esaustivo ma solo di bloccare preoccupazioni al momento inesistenti in assenza di una proposta ufficiale di riforma dell’Ordine che potrebbe essere presentata al consiglio nazionale del 18 e 19 gennaio 2012.

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Sono felice della nota che Giovanni Molè segretario provinciale della stampa di Ragusa ci ha mandato venendo anche in soccorso della nostra corrispondente da Pisa Roberta Gurrieri che per la verità è perfettamente in regola con le attuali norme di iscrizione all’albo dei giornalisti sezione pubblicisti. Se tali norme cambieranno anche per le proposte che l’Assostampa va facendo in questi giorni la Gurrieri come gli altri 42 aspiranti giornalisti di Ragusa Oggi è “rovinata” perché non troverà mai, dico mai, un editore pazzo che versa qualche migliaio di euro al mese per 42 stipendi minimi ed oneri riflessi per avere una corrispondente da Pisa.

Circa gli esami anche per i pubblicisti che molti Ordini regionali hanno già istituito (compresa la Sicilia) come colloquio, sono stato il primo a considerarlo opportuno perché Molè sa quanti semianalfabeti in passato potrebbero essere stati iscritti in Italia unico Paese al mondo dove non occorre la laurea in giornalismo, scienze della comunicazione, sociologia, scienze politiche, lettere e filosofia, etc etc per fare il giornalista, che guarda caso potrebbero essere gli stessi giornalisti che esaminano aspiranti con due lauree. La prossima volta racconterò come Molè grande giornalista per aver riconosciuta la qualifica ha dovuto fare una dispendiosa causa contro chi gli negava tale ruolo e come, per fortuna sua e nostra, abbia vinto quella causa della quale poi abbiamo usufruito anche altri per giurisprudenza costante. Infine assicuro Gianni Molè, stimatissimo amico e collega, che non voglio fare terrorismo per questa vicenda, ma solo evitare, nel mio piccolo, che qualcuno faccia da qui al 12 agosto altre min…fesserie

Franco Portelli

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