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LA TRASPARENZA DELIBERATA A PROCESSO
06 Nov 2015 06:15
Dal 5 maggio 2015 Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria, e gli assessori Piero Gurrieri, Rosario Lo Monaco, Mario Mascolino, Giuseppe Malignaggi sono sotto processo per avere approvato la delibera n°433 del 23 giugno 2011, nominata “Presa d’atto dei verbali della commissione”. Titolo innocuo a cui nessuno darebbe importanza.
Con questa delibera alcuni staffisti assunti come personale fiduciario a tempo determinato sono stati stabilizzati a tempo indeterminato, senza concorso. L’Autorità Giudiziaria, a seguito di denuncia, nel giugno 2014 ha ritenuto necessario il rinvio a giudizio degli amministratori interessati e la procedura seguita deve essere giudicata da un tribunale. La prima udienza si è svolta a maggio, la seconda rinviata al 5 novembre. Abbiamo appreso di un nuovo rinvio, al febbraio del 2016.
Non è interessante, in questa fase iniziale, entrare nel merito delle stabilizzazioni di personale di fiducia del sindaco. In tribunale ognuno avrà modo di chiarire il proprio coinvolgimento nella vicenda. Siamo però in presenza di un problema politico e morale. Nella città della “trasparenza globale”, del “palazzo di vetro”, della “carta di Pisa”, si leggono delibere dai titoli sibillini che hanno ripercussioni gravissime.
Non conosciamo le competenze tecniche dei singoli staffisti ma, leggendo i nomi, ci risulta che molti di loro hanno la tessera del Partito Democratico (della Nazione), che amministra a Roma, a Palermo, a Vittoria. Una grossolana coincidenza. La posizione dei Giovani Comunisti, sulla vicenda, è nota da anni. Uno dei principi cardine della Costituzione – che avvaloriamo – è che nella pubblica amministrazione si è assunti per merito, attraverso un trasparente concorso pubblico. Dal 2012, quando è iniziata l’indagine, sono già passati tre anni. Di rinvio in rinvio siamo arrivati alla fine del 2015. Con sicurezza possiamo affermare che gli amministratori non sono vittime di accanimento giudiziario e che tutte le garanzie previste dal nostro ordinamento sono rigorosamente rispettate – di questo ne siamo lieti.
Sottoponiamo però ai cittadini una questione di natura etico-politica. Il trattamento riservato dallo stesso partito al primo cittadino della capitale, Ignazio Marino, è stato ben diverso. Per degli scontrini poco trasparenti è stato costretto a dimettersi. I consiglieri comunali hanno portato avanti la sfiducia obbedendo alla volontà di partito. Nel caso ipparino, gli amministratori sono indagati e sottoposti a udienze. Nel totale silenzio dello stesso partito a seguito di imputazione. Degli scontrini e un processo, una notevole differenza.
Non possiamo inoltre non notare la presenza tra i processati dell’ex assessore Gurrieri, paladino della legalità e della trasparenza, che voci indiscrete danno come molto vicino al Movimento 5 stelle e loro possibile candidato sindaco.
Noi attendiamo con pazienza la soluzione del processo. Ci auguriamo però che la vicenda possa concludersi con un giudizio, che stabilisca l’assoluzione o la colpevolezza degli amministratori, anziché con la prescrizione che non entra nel merito. Sarebbe l’unico modo per i vittoriesi di conoscere se l’atto contenuto nella delibera n°433 del 2011 è regolare oppure no.
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