La tragedia di Baia Dorica: “Dopo diciotto anni, la memoria deve rimanere sempre viva”

Il 22 settembre del 2002 a Baia Dorica persero la vita quattordici immigrati. Scafisti senza scrupoli li gettarono in acqua a centinaia di metri dalla riva per cercare di salvare i barconi che, a causa del mare mosso, rischiavano di schiantarsi sugli scogli.

I migranti raggiunsero a nuoto la riva: chi non ce la fece, e venne sopraffatto dalle onde, morì in mare. Poco dopo, i corpi giacevano sulla battigia, ormai esanimi. Due corpi vennero trasportati altrove dalle correnti e vennero ritrovati a qualche chilometro di distanza. “Un episodio – commenta il segretario del Pd, Giuseppe Nicastro – che dobbiamo continuare a ricordare, a perpetuare per quanto riguarda la nostra memoria, affinché episodi del genere non si ripetano più.

Alcuni cittadini vittoriesi hanno vissuto dal vivo quei momenti che rimarranno per sempre impressi nelle loro menti. E tutta la nostra città rimase sconvolta da quello che accadde. Oggi il fenomeno delle migrazioni stenta ad essere definito. Si sta cercando di mettere a punto una politica dell’accoglienza che tenga conto anche delle esigenze sanitarie alla luce dell’emergenza pandemica.

Non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro, almeno da questo punto di vista. Siamo certi, però, che dovremo fare il possibile per riuscire a garantirlo, un futuro, a chi fugge da guerre e da situazioni di stenti, a chi fugge da una vita che non riserva a queste persone nessuna speranza e che rischiano anche la vita pur di garantirsi un domani migliore”.

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