La Sicilia rischia di diventare “zona rossa”: si aspetta l’esito dell’ispezione ministeriale

Non è scontato che la Sicilia possa passare dalla Aranzione alla Gialla. O al limite restare in zona arancione. In attesa del DPCM del 3 dicembre, ci sono anche Regioni che rischiano il declassamento da arancione a rosso. Nonostante un miglioramento diffuso su quasi tutto il territorio nazionale, c’è chi è a rischio.

Come la Basilicata, che mercoledì ha fatto registrare il record di positivi. A rischio anche la Puglia, con un numero elevato di casi soprattutto in alcune province, tanto che il presidente Michele Emiliano ha chiesto di istituire la zona rossa a BAT e Foggia. In Sicilia, invece, si aspetta l’esito dell’ispezione per capire se effettivamente la situazione è più problematica di quel che sembra e se il passaggio alla zona rossa sia o meno un rischio concreto.

Il DPCM del 3 dicembre, che tante speranze aveva acceso in molte persone, in realtà molto probabilmente sarà improntato alla prudenza e ai divieti.

Lombardia e Piemonte sperano di passare dalla zona rossa a quella arancione. Mentre c’è chi, a partire da Basilicata e Puglia, teme un declassamento alla più elevata fascia di rischio a causa del contagio da Covid-19. Il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, atteso per oggi, potrebbe cambiare nuovamente i colori della mappa regionale italiana. A livello nazionale il dato sembra incoraggiante: l’indice Rt, secondo alcune anticipazioni, dovrebbe essere intorno a 1. E quasi tutte le Regioni potrebbero avere un valore inferiore a 1,25, che le porrebbe di fatto tutte in zona gialla. Ma per uscire dalla zona arancione o rossa non basta avere un Rt basso, ma serve mantenerlo – e avere buoni risultati anche negli altri 20 parametri – per almeno due settimane.

A poter scendere di fascia sembrano essere solamente quelle Regioni che sono diventate zona rossa o arancione il 6 novembre. In fascia rossa ci sono Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

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