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LA SALMA DI PAMELA CANZONIERI IN ITALIA NON PRIMA DI VENERDI’. INTANTO UN’AMICA DICE: “E’ STATA BRUTALMENTE UCCISA”
22 Nov 2016 10:26
Non rientrerà in Italia prima di venerdì la salma di Pamela Canzonieri, la cameriera di Ragusa trovata morta nel suo appartamento di Morro de Sao Paolo, nella notte tra giovedì e venerdì scorso. I familiari di Pamela oggi hanno espletato le pratiche burocratiche per il rientro della salma in Italia delegando un amico della figlia, residente a Morro de Sao Paolo, ad occuparsi materialmente delle procedure.
La pista dell’omicidio prende sempre più corpo per spiegare la morte di Pamela Canzonieri, la donna di 39 anni di Ragusa, trovata morta all’interno del suo appartamento di Morro de Sao Paolo, nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Una conferma arriva da una email inviata da una sua amica italiana, anche lei residente nella stessa località turistica dove viveva Pamela, all’inviato di Quarto Grado, Remo Croci, che ha deciso di pubblicarla sulla sua bacheca di Fb.
L’amica rivela particolari finora inediti sulla morte di Pamela ma il suo intento è soprattutto di non infangare la sua immagine e la sua storia personale con la questione della droga.
«Pamela è stata uccisa brutalmente nella sua dimora», scrive la donna, che dal racconto che ne fa sembra conoscerla bene. “L’assassinio le ha spaccato il cranio – rivela la donna – lasciandola agonizzante ed ancora viva su un materasso di spugna tra mezzanotte e l’una, a cavallo tra il 17 ed il 18 novembre. Il crimine è avvenuto in una via poco più larga di due metri e lunga 20 metri, dove le case sono ammassate l’una sopra l’altra, senza alcun senso logico e senza un vero muro di separazione (come lo intendiamo noi italiani) e dove i rumori echeggiano da parte all’altra. Le grida di soccorso sono state udite da tutti i vicini, ma nessuno di loro ha fatto nulla, anzi si sono chiaramente accorti dell’assassino quando è uscito da casa di Pamela richiudendo la porta, e ne riferiscono con certezza l’orario».
L’amica italiana poi respinge il tentativo di ridurre la morte di Pamela ad una questione di droga: «era una gran lavoratrice con un carattere di ferro, capace di adattarsi ad ogni ambiente e di vivere con un piede in Brasile ed uno in Italia, cosa che la maggioranza delle persone non sarebbe capace di sognare». «In casa di Pamela non è stata rinvenuta alcuna sostanza stupefacente – aggiunge la donna – perché la verità è che è stata uccisa due volte qui al Morro de Sao Paulo: dalle mani del colpevole la prima volta, e dall’indifferenza di tutti i vicini che hanno ascoltato e non hanno fatto nulla, la seconda. E ora i giornalisti non hanno il diritto di ucciderla per la terza volta diffamandola con accuse infamanti come gli abusi di droga e le possibili cause di overdose. Pamela non lo merita perché era una donna solare, dinamica, con tanta voglia di fare, ricca di amici di ogni etnia».
Intanto la Procura ha già aperto un’inchiesta contro anonimi. Gesto di solidarietà da parte della famiglia Giuffrè-Iacono è arrivato un assegno di 6 mila euro alla famiglia, consegnato dall’on. Dipasquale, per il rimpatrio della salma.
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