L’attuale e nuova Amministrazione comunale “catapultata” per tanti vari motivi a governare la città di Ragusa con un programma in progress che in effetti, però, non è neanche una bozza di un documento politico e programmatico, ha scelto sin da subito la strada del dileggio politico verso la passata Amministrazione per cercare di spostare l’attenzione rispetto al proprio modo di governare. In questi sei mesi di mandato, infatti, la svolta aspettata dalla gente si è trasformata in un’applicazione diffusa di tasse che è sotto gli occhi di tutti e rispetto alla quale non si lascia adito ad alcuna strumentalizzazione politica. Insomma le imposte sono state aumentate. Emblematica è stata la storia delle continue marce indietro su diversi provvedimenti, sulle tariffe sulle zone blu, sul pasticciaccio del servizio di accompagnamento ai cimiteri, scelte dichiaratamente impopolari e criticate da tutti, senza nascondere alcun disappunto da parte degli stessi alleati Partecipiamo e Città, ed ancora sulle scadenze Tares, su aumento Imu e, per ultimo sulla presunta, e purtroppo solo presunta, stretta sugli stipendi dei dirigenti. Il rinascimento “grillino”, per ora, sembra essere soltanto una pia illusione. Ci troviamo davanti un’Amministrazione di ragionieri che fanno conti da salumiere senza indicare una scelta politica, scaricando le colpe sempre sugli altri. Prima i debiti e le bollette lasciate dalla precedente Amministrazione, addirittura l’avevano sparata davvero grossa parlando di 86 milioni di euro di debiti ovviamente inesistenti, poi lo Stato che taglia i trasferimenti, come se fosse solo un problema di Ragusa. La verità è che non c’è alcuna visione strategica ma solo ragionieristica. In ultimo la storia della stretta sugli stipendi dei dirigenti e quella sui concorsi. E’ ovvio che per bandire dei concorsi, alla luce di una precedente verifica del fabbisogno di personale, oltre a fare una corretta analisi dei fabbisogni si deve avere una situazione favorevolmente positiva e seria dal punto di vista finanziario. Nel senso che programmazione del personale e spese non possono essere scisse. Da questo ne deriva che anche la scelta di utilizzare le risorse derivanti dalle economie per i pensionamenti (come adesso dicono cercando di fare solo confusione), stabilisce chiaramente le condizioni di un ente che non aveva e che non ha evidentemente le casse comunali vuote! Pertanto, decodificando meglio questa situazione o era un bluff questa storia delle casse vuote o sono un bluff questi concorsi. Sul fatto,poi, come dicevamo, che a proposito di questi concorsi si stanno cambiando le carte in tavola, la dimostrazione è che già si siano prodotti dei ricorsi in particolare per il “dirigente economista” dove evidentemente si riscontra che la prova non sarà uguale per tutti a differenza, invece, del precedente bando che prevedeva la prova scritta ed orale e per il fatto che sia stata elusa la richiesta di avviso per la mobilità esterna. Per quanto riguarda la vicenda degli stipendi dei dirigenti riscontriamo solo slogan propagandistici nel senso che non c’è niente di nuovo nell’attesa di procedere ad assegnare gli obiettivi in applicazione della riforma Brunetta e quindi nella stessa identica maniera di come si è fatto sino ad adesso e solamente dopo che l’organismo indipendente di valutazione avrà indicato, secondo i criteri stabiliti dalla Giunta, la nuova “pesatura” con la assegnazione dei relativi punteggi per fascia per ogni settore. Attualmente, quindi, la storia dell’intervento sugli stipendi è pura demagogia poiché il valore economico circa l’indennità di posizione e risultato è fermo nella misura unica della forbice che va da circa 11.mila euro a circa 45.mila euro, precisamente 41.068,74 euro. Tutto quindi è in itinere, tra l’altro l’Oiv, che dovrebbe occuparsi di questo e degli ulteriori impegni di cui l’Amministrazione li vorrebbe caricare per il 2014, è in scadenza. Nel frattempo aspettiamo ancora la promessa dell’Amministrazione Piccitto di riaprire le porte degli asili nido comunali agli oltre 90 bambini, prima iscritti a febbraio creando importanti aspettative alle famiglie, poi rifiutati per via della situazione legata allo sforamento del patto di stabilità che in effetti a Ragusa poteva essere evitato atteso che la Corte Costituzionale (luglio 2013) aveva stabilito che i Comuni delle Regioni a statuto speciale erano esentati da eventuali provvedimenti sanzionatori e quindi a settembre si potevano fare le supplenze negli asili e consentire gli ingressi ai bambini.