LA NUOVA LEGGE ELETTORALE A MIRACOLI MOSTRARE

 

Idiosincrasia. Questo il sentimento che proviamo nei confronti dei “maghi” della costruenda  legge elettorale. Che dovrebbe aprirci orizzonti nuovi e diversi. Disegnati con i colori della legalità, della democrazia partecipata, del rispetto della volontà popolare, della libera selezione dei candidati meritevoli di rappresentarci a tutti i livelli di governo. Il dibattito verte su preferenze si, preferenze no, o magari un po’ e un po’. La maggioranza sembra orientata verso questa soluzione. L’opposizione invece, non abbiamo ancora capito bene perché, si dice contraria alle preferenze. A nostro modesto parere hanno ragione entrambi. Nel senso che gli uni e gli altri sanno perfettamente che intruppare in una legge elettorale la questione morale, è come voler pestare l’acqua con il mortaio. Se si è puliti dentro e si fa politica con spirito di servizio, la legge diventa un dettaglio. Questo il punto. Vogliamo parlare delle preferenze? Lo facciamo volentieri. Per chi non ha memoria e per i giovani che forse non sanno. Tre le preferenze nella Prima Repubblica. Sfido chiunque a sostenere che ad essere eletti erano sempre i migliori. I partiti davano indicazioni precise per come doveva essere composta la terna. Guai a sgarrare nel PCI. Di tanto in tanto qualche sorpresa si registrava negli altri partiti. Mai nel PCI. Gli eletti, dunque, venivano scelti dalle segreterie dei partiti. I cui dirigenti non potevano non tenere conto della forza di chi deteneva sostanziosi pacchetti di tessere. Capacità questa, che nulla aveva a che fare con il merito. Ma che pesava fortissimamente nelle scelte dei partiti, ove il gioco delle correnti spesso si trasformava in una faida interna. Decine gli esempi di deputati che hanno riscaldato per anni gli scanni di Montecitorio senza avere mai profferito parola. O di altri colleghi meno che mediocri regolarmente eletti con un mare di voti, i quali, nel corso della campagna elettorale, se ne stavano all’estero in vacanza con la famiglia.

In pratica, scusate il pessimismo, legge elettorale alla francese, alla greca, alla tedesca, alla spagnola, ( esterofilia pazzesca la nostra), Porcellum è e Porcellum sarà, se non ci convinceremo che il problema è di tipo morale e culturale. Per la soluzione del quale, ahinoi, le leggi degli uomini, pur perfette che siano, possono fare ben poco.

                                              

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