È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
La Maschera di Zorro nei Sacri Palazzi!
18 Giu 2017 15:41
Fermiamo il tempo! Discutiamo serenamente della Chiesa di Papa Francesco.E’ indubitabile che è cresciuta con Lui una maggiore attenzione e un interesse nuovo per il Vangelo. Si deve certo ad un maggiore bisogno di fede vissuta più autentica,ma anche alla sua singolare personalità , spirituale ed intellettuale ,di Papa percepito dai diversi ceti sociali e culturali come un Padre Buono e Maestro Sincero di vita umana e religiosa. I successi di audience nei giovani e negli adulti indicano un amore e una stima diffusa e nello stesso tempo la riprova dell’efficacia del suo stile di semplicità comunicativa e testimoniale. E’accettato come Papa coerente che parla e annuncia, agli uomini in crisi e disperati del nostro tempo, la volontà di amore del Signore , misericordioso e provvidente, e si esprime molto con i gesti eloquenti ,con i discorsi spontanei e diretti mentre affida ai testi da lui ritenuti “esplicativi” la linea e la coerenza logica ed apostolica del suo pontificato. Da questo punto di vista ogni giudizio affrettato rischia di essere superficiale se non lo si annoda con i documenti”importanti” quali le due esortazioni apostoliche:”Evangelii Gaudium”(18 dic.2013) sull’annuncio del Vangelo; “Amoris laetitia”(19 marzo 2016) sull’amore nella famiglia e la fondamentale Enciclica “Laudato si’- sulla cura della Casa Comune (18 giugno 2015). Era venuto al Conclave con l’abito e la stima di Arcivescovo e Cardinale del popolo,impegnato in modo chiaro sui problemi e le ferite della condizione umana e sociale dei più deboli,dei più poveri e dei bisognosi. Con l’elezione al soglio pontificio Papa Francesco ricevette dal Grande Papa Benedetto XVI° l’eredità incomparabile,per lucidità e profondità , della dottrina teologica,della difesa dell’ortodossia e della coerenza esemplare di fede e di vita sino al martirio dei cristiani nel mondo globale(e non solo in Occidente!).La Sua azione riformatrice fu ostacolata da un clima sordido e allusivo nel Sacro Palazzo che si serviva dei “corvi e dei delatori” per impedire e per sabotare. Il Papa con le sue dimissioni voleva consegnare ad un successore più giovane e più libero per attuare con decisione un’azione più efficace sui mali della Chiesa di Cristo che ancora infangavano e ne deturpavano il volto,la credibilità apostolica e l’azione di evangelizzazione. Il lascito del testimone da parte di Papa Benedetto fu dettato,come opino,soprattutto da un bisogno di purificazione spirituale e riparatrice del costume degli ecclesiastici ai vari livelli. Anche agli inizi del Pontificato di Papa Francesco,però, continuarono “i cicalecci e le notizie della diffamazione” in uno con l’aggressione al Papa accusato esplicitamente e con sussurri insistenti, di semplicioneria nella dottrina e inadeguatezza a svolgere il suo ruolo di Papa.Oggi sono ritornati sulla scena ad accusare ed aggredire. Questa volta sembra presentarsi una strategia di delegittimazione al cuore e al vertice. Si consideri ad esempio questa testuale espressione di Luca Diotallevi,sociologo,<come la dottrina non basta,così il “bergoglismo”non serve>.Questo studioso precisa nel corso della sua articolata riflessione del 26 gennaio2017 che per superare il dubbio crescente e la confusione ci vuole < più magistero,non meno. Alcuni testi di Francesco non sono all’altezza dei suoi gesti. (e si chiede retoricamente :)A che servirebbero,però testi (migliori) senza gesti? >. Si evidenzia il solito “teorema dei gesti efficaci ma non sostenuti da testi di valida e sicura dottrina”. Senonchè si dimentica di dire e di precisare che Papa Francesco ha indetto due Sinodi per far discutere i Vescovi e la Chiesa sulla scelta pastorale preferenziale della Famiglia e per poi presentare al Papa le risultanze di questa ampia consultazione e discussioni con “i dubia” più solidi. Fatto questo lavoro di analisi e investigazione il Papa ha scritto e pubblicato la< Esortazione post-sinodale sulla famiglia> “Amoris Laetitia” del 19 aprile del 2016; ma,inopinatamente,è ricominciato di nuovo “il gioco interminabile dei dubia” e delle perplessità”.Parecchi Cardinali,anche quelli sentiti per la loro specifica competenza teologica o pastorale, non hanno accettato le conclusioni del Papa e hanno voluto a tutti i costi rendere nota la propria critica all’Esortazione Apostolica del Papa e sottolineare con un linguaggio formalmente “pacifico” una sostanziale presa di distanza. Ora attraverso la comunicazione nella “ rete amica”denunciano “la confusione che regna nella Chiesa di Papa Francesco”. E’ perlomeno strano questo sostanziale e continuo (direi ciclico!) ricorso al collateralismo di un gruppo di giornalisti e di intellettuali che hanno fatto da tempo una scelta di posizione e di orientamento conservatore a priori. Papa Paolo VI° come è noto, nella “temperie del post Concilio” visse il dramma di una sorda dissidenza e,pur con sofferenza e acuta amarezza,dopo aver tentato ogni forma di dialogo, affrontò il martirio delle decisioni di merito contro queste aperte dissidenze e sperimentazioni libertine. E’ stato il beato Papa ad auspicare una sana e prudente opinione pubblica nella Chiesa per favorire momenti di profonda e franca discussione nella Chiesa fra i vescovi e il Papa e fra i laici e la gerarchia. Papa Francesco ha creato le condizioni ed ha inaugurato la via della collegialità “responsabile “per far crescere la comunione e l’armonia con il ministero petrino al servizio del bene superiore della Chiesa,Madre e Maestra. Papa Francesco per la sua preparazione e la sua formazione non cerca lo scontro ma in presenza di questa ringhiosa e pericolosa BABELE non potrà non privilegiare il bene dell’unità della Chiesa ,assolutamente necessario e prioritario di questi tempi “barbari e violenti. A questo punto siamo seri! Poniamo sul tavolo in modo corretto, esplicito e aperto una questione di metodo e di merito. E come christifideles laici incominciamo a parlare nella Chiesa con parresia ,in ascolto e obbedienza filiale nei confronti del Magistero del Romano Pontefice. Assumiamo la coerenza pastorale come via del discernimento e della fedeltà. Consapevoli che la scelta fatta dalla Chiesa di Papa Francesco è stata ed è quella ,in dottrina e in progettualità,della famiglia come luogo teologico e umanissimo della Misericordia e del Perdono e come “ mondo vitale” in crisi e pieno di problemi che stanno scoppiando con una connessione drammatica ed una escalation allarmante.(gender e formazione,gender e morale,questione bioetica e sessualità “ricreativa” e/o procreativa,crisi della natalità e questione demografica etcc…).In questa magmatica e inedita mutazione non è saggio, oltre che impossibile, annunciare una”dottrina astratta da manuale” ma bisogna accompagnare le persone e le realtà familiari, incipienti e ferite, da una pastorale della prossimità,dell’accompagnamento e dell’aiuto. I laici Cristiani non sono tuttologi né pretendono dai loro Vescovi e dal Sommo Pontefice risposte tecniche o scientifiche sui vari campi delle conoscenze ma invocano,soprattutto in questo momento Una Chiesa Maestra in Umanità e volto visibile di Gesù misericordioso come patrimonio del Concilio Vaticano II° e lascito di quel Santo Papa Karol Wojtyla che ha inteso nel suo magistero profondo affermare le condizioni possibili a partire della famiglia viva e vitale di una diffusa e impegnativa relazionalità come prossimità “di una VERITA’ che salva” e non semplicemente che “indottrina” per il tempo. Ritornare ai principi e ai valori di incarnazione e di resurrezione per rinnovare la spiritualità e la progettualità di un nuovo tempo di libertà,responsabilità e comunione.(cf. Renzo Gerardi,Storia della Morale – interpretazioni teologiche dell’esperienza cristiana –EDB,Bologna 2003 pp.532).
Il principio fondamentale di una pastorale cristiana “coerente” è stato formulato efficacemente da Papa Giovanni XXIII° a partire dal tradizionale < veritatem facientem in charitate>nel principio pastorale fondamentale di discernimento e orientamento spirituale e morale della fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Bisogna riprendere la sua opzione di pastoralità:<fermi nei principi,ma aperti ai cambiamenti su vie concrete,possibili ed oneste> Il principio pastorale fondamentale e prioritario è quello ,che discende dalla antropologia cristiana autentica,della distinzione necessaria di coerenza veritativa ed esistenziale per cui<non si dovrà mai confondere l’errore con l’errante. L’errante è sempre e innanzitutto un essere umano e conserva in ogni caso la sua dignità di persona e di figlio di Dio. Come è noto Papa Giovanni in un colloquio con mons.karol Wojtyla aveva detto che < La Chiesa può avere molti nemici,ma essa non è nemica di nessuno perché la Chiesa ama gli uomini>.(cit. da Achille Silvestrini in” A.Casaroli, Il Martirio della pazienza”,Einaudi,torino 2000).In questo senso forte papa Wojtyla(san Giovanni Paolo II°) dirà:<La Chiesa non può abbandonare l’UOMO…….l’uomo nella piena verità della sua esistenza,del suo essere personale e insieme comunitario e sociale…..(l’uomo) è la prima e fondamentale via della Chiesa>(Redemptor Hominis,n.14).Pertanto sul piano logico non ha senso pieno invocare il principio di non contraddizione nello specifico della conversione e scelta pastorale perché è ovvio e scontato che non si può affermare e negare nello stesso tempo e per il medesimo rispetto una verità di dottrina. Ma senza confondere i contraddittori con i “contrari” che come è noto ammettono e consentono l’esistenza della via mediana,un possibile meglio deve essere ricercato come via di sintesi e di applicazione coerente e fedele. La filosofia a dire di Karl Rahner,è in fondo “autenticamente cristiana” quando dimostra che la struttura antropologica fondamentale dell’uomo storico e concreto è quella dell’uomo in ascolto e vocato al trascendente(ens et verum convertuntur!).Senza questo riferimento essenziale e originario non c’è vera antropologia. Vale in particolare la precisazione e precomprensione dimostrate di Karl Rahner quanto sottolinea che della teologia “positiva” < si può dire che “esiste perché Dio parla,non perché l’uomo pensa. In essa si rivela Dio e non …l’uomo nella sua essenza.>, ma aggiunge opportunamente che < l’uomo non può essere disatteso ed escluso perché non ci sarebbe nessuna parola di Dio,se non ci fosse qualcuno in grado di sentirla>.(K.Rahner,Uditori della Parola,Borla Roma 1977 p.215) Il Cristianesimo non si confonde né si riduce alle cristianità storicamente esistite, non è un Ordine né un Sistema culturale politico- religioso che forma, intruppa e invia con un compito missionario qualunque e indifferenziato ma la coordinata coessenziale è<l’evangelizzazione e la promozione umana>. La Chiesa è Comunità di Amore e Libertà fondata da Cristo e su Cristo nella quale l’Autorità viene da Lui e nella Chiesa Gerarchica dal suo Vicario,il Santo Padre,e dai Vescovi in comunione con lui. Il dibattito dovrebbe per sua natura comprendere un ulteriore sviluppo teologico,morale e sacramentale,ma non è il luogo né il momento. Basti precisare che i cristiani non sono né apocalittici né integrati ma credenti fedeli e testimoni coraggiosi. Non si limitano a parlare dell’Amore ma <parlano l’Amore >(Luciano Nicastro,l’antropoanalisi di Piero Balestro,Rubbettino 2004 pp.72) perchè sono “quelli dell’Amore più grande”(don Primo Mazzolari) e non c’è amore più grande di quello di coloro che danno la vita per i loro gli amici come ha fatto Gesù il Dio incarnato che ha sofferto e ha pianto per l’uomo di ogni tempo e di tutti i tempi. A quanti amano conservare in un sacro recipiente le Sue Parole di Verità si guardino bene,soprattutto oggi ,al tempo della dilagante “pioggia” delle fake news(delle false verità!) dal peccato di conformismo e di complicità “pseudo neutrali” perché finirebbero come ancora di fatto accade per aumentare le “mal dicenze” e per sostenere ed aiutare la strategia dell’arte della mistificazione che appartiene ai Potenti di questo mondo, condannato perché immagine “ambigua e deformante” della felicità vera e abbondante. Per questo dobbiamo impegnarci come laici cristiani e uomini credenti a
< testimoniare la Verità come Luce della Realtà>.Non si può continuare ad essere laici,silenti ed indifferenti con quanti parlano e non sempre in modo adeguato e rispettoso,appropriato,coerente e credente della Chiesa Cattolica e del suo Papa.
Papa Francesco che sia BENEDETTO !
Luciano Nicastro – filosofo e sociologo
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