La Lega in Sicilia vuole crescere e acquisire l’On. Luca Sammartino. Nino Minardo contrario. E’ guerra.

Sono giorni roventi quelli che si stanno vivendo nell’isola in queste ore e non ci riferiamo al meteo bensì alle vicende  politiche che stano agitando alcuni partiti .

E ancora una volta la Sicilia si conferma essere quel grande laboratorio politico da cui sono partiti progetti ed esperimenti puntualmente mutuati poi  nei palazzi romani.

Nel laboratorio siciliano a sperimentarsi stavolta è il nuovo assetto della Lega che, avvertendo a livello nazionale forte il fiato sul collo della amica/nemica Meloni la quale ogni giorno che passa rosicchia posizioni al carroccio, sta ben pensando di rafforzarsi  in Sicilia con il meglio, almeno da un punto di vista meramente elettorale, che la regione possa offrire per proseguire poi a livello nazionale e guadagnare posizioni perdute negli ultimi mesi soprattutto dopo l’avvento dell’era Draghi.

Il meglio è rappresentato oggi in Sicilia  da mister 32mila preferenze, all’anagrafe Luca Sammartino, deputato di Italia Viva. Una sorta di re Mida politico. Ciò che lui tocca diventano voti. Poco importa se alcuni di questi possono essere anche di scambio. C’è una inchiesta in corso ed è un’altra storia. Qui parliamo  di politica e di equilibri ad essa connessi.

Luca Sammartino, forte del suo tesoretto elettorale e dei suoi rapporti di buona amicizia con i vertici politici nazionali, che conosce personalmente non foss’altro per aver fatto parte negli anni passati di quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale, ha subodorato nella Lega una buona possibilità di collocazione elettorale sia per lui che per la sua amica e compagna di partito Sudano.

A Salvini da  parte sua manco vero gli è sembrata questa possibilità che tra l’altro i ben informati dicono possibile di arricchimento con la adesione di un altro uomo d’oro elettorale, l’on. Carmelo Pullara.

Sin qui tutto liscio.

Purtroppo il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Da Roma o da Milano, non importa, hanno dimenticato di fare i conti con Nino Minardo, segretario regionale del partito, che in questi mesi per la verità si è dato molto da fare per organizzare il partito in Sicilia e mai ha pensato di essere un burattino o meglio un pupo.  Le sue ambizioni lo hanno portato ad una operatività politica notevole nel territorio. Ha condotto operazioni che spesso  gli sono  costati non pochi nemici e critiche ma per le quali non ha mai esitato secondo la sua visione organizzativa del partito in Sicilia. Fare il segretario regionale  in fondo non è mica così male, ha pensato l’On. Minardo, fino almeno ad una decina di giorni fa, quando il caso Sammartino è diventato di opinione pubblica ed è scoppiato un putiferio, in parte scatenato dalla base, ma in massima parte dallo stesso segretario regionale che  di certo non ha gettato acqua sul fuoco ma alimentato i malcontenti anche quelli più flebili in quanto ha visto traballare la sua poltrona. Sammartino i voti ce li ha ed in politica chi porta voti comanda, più di chi ricopre incarichi. Questo Nino Minardo lo sa bene e se ne è guardato bene dal portarsi una serpe in seno che nel giro di poco potrebbe esautorarlo.

Fatto sta che oggi era previsto l’arrivo di Salvini in Sicilia per ufficializzare i nuovi ingressi.

Ma invece di un aereo carico di entusiasmo e di leghisti, in Sicilia è giunta solo una nota con la quale il leader leghista ha posticipato la sua venuta al 3 di Agosto annunciando comunque che la campagna acquisti procede. Se con Sammartino o meno non si sa.

“Il 3 agosto tornerò con gioia in Sicilia, ha scritto Salvini, per incontrare amministratori e dirigenti della Lega, e per proseguire nell’opera di allargamento e crescita del Movimento a cui stiamo lavorando, con l’ingresso di parlamentari nazionali e regionali, di sindaci e amministratori locali, di rappresentanti del mondo delle imprese e delle professioni. Il nostro obiettivo è di rafforzarci nelle Istituzioni e sui territori, con un impegno preciso: fare il bene della Sicilia e dei Siciliani, con attenzione alle piccole e grandi opere ferme da troppi anni, dalle ferrovie e autostrade regionali, dall’investimento nei porti e negli aeroporti dell’Isola al Ponte sullo Stretto, opera che darebbe lavoro, velocità, efficienza e ricchezza alla Sicilia intera

Cosa voglia dire in realtà la nota fuori dal politichese non si capisce bene.

Fino ad oggi è certo che il segretario regionale Minardo, è riuscito a dimostrarsi agli occhi dei suoi, potente e forte, ostacolando una operazione conclusa. Quindi uno a zero per lui, ma il braccio di ferro non pare per nulla concluso e di forza ne occorre ancora molta da parte di Minardo per dirsi vittorioso.

Di certo Salvini non si farà sfuggire facilmente una occasione così ghiotta che se non conclusa, potrebbe avvantaggiare la Meloni anche in Sicilia se Sammartino trovasse in Fratelli d’Italia interlocutori interessanti, né, da parte sua,  Sammartino è disposto ad incassare un “niet” da parte di un segretario regionale il quale nei giorni scorsi ha persino dichiarato di non sapere chi fosse Sammartino.

Uno smacco che nemmeno in nome della politica, che è l’arte del possibile, Sammartino è disposto a perdonare.

La colonnina del termometro pare sia  destinata ancora a salire nei prossimi giorni e ancora una volta non ci riferiamo al meteo.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it